16/06/15

BOLLETTINO 2014 - Lettera del Parroco


«Io sono la luce del mondo;                             
chi segue me, non camminerà nelle tenebre
ma avrà la luce della vita» (Gv. 8,12)             

Carissimi,
l’annuale pubblicazione di questo Bollettino è una tradizione che prosegue nel tempo, ormai, da svariati decenni. Il primo numero custodito nella raccolta in Archivio risale all’anno 1947.
Il suo obiettivo è primariamente quello di portare in ogni casa il profumo della vita parrocchiale, intesa nel suo significato più ampio, in quanto, nelle sue pagine, è raccontata sia la vita spirituale che quella civile della nostra comunità.
Credo sia stato il Papa San Giovanni XXIII, al secolo Angelo Roncalli, nato e cresciuto a Sotto il Monte, nel bergamasco, ad avere la felice intuizione di immaginare la Parrocchia come la “fontana del villaggio”, nel senso che, in riferimento alla vita di un tempo, quando in ogni paese si andava tutti ad attingere l’acqua Alla medesima fontana, così, allo stesso modo, la Parrocchia vuole essere il punto di riferimento in cui si è accolti e ascoltati.
Vorrei tanto che per le necessità spirituali potesse essere davvero così!
La Parrocchia “fontana del villaggio” da cui attingere ciò che è utile e necessario per realizzare pienamente la vita.
Innanzitutto l’acqua zampillante, fresca, dissetante, da offrire ai più giovani, a coloro che stanno impostando il futuro, ai ragazzi, attraverso la conoscenza della Persona umana e divina di Gesù, al catechismo, presentato loro come l’Amico Divino che non inganna. Trovato sinceramente Gesù, nella vita, è trovato tutto. È trovata la guida che conduce al bene, la luce che rischiara le coscienze, la roccia sulla quale radicare le scelte importanti della vita.
È “fontana del villaggio” per la famiglia intera, se costante alla Messa domenicale, vissuta e gustata assieme, genitori e figli. Un buon pensiero da porre nell’animo, ogni domenica, viene sempre dall’ascolto attento del Vangelo. Una parola di incoraggiamento per proseguire il cammino, pur tra le difficoltà quotidiane, ed anche il nutrimento per realizzare, con pazienza e prudenza, il compito educativo verso i figli. È dall’Eucaristia domenicale che la famiglia riceve la luce interiore per sapersi porre, all’occorrenza, in contrasto con la mentalità corrente, quando questa si rivela grossolana e, chissà, forse, in qualche caso, addirittura pagana. L’arte educativa in famiglia,mira a indirizzare la libertà dei figli verso la prudenza, la fortezza, il dominio di sé e, ai nostri tempi, bisogna anche dire, all’uso equilibrato dei computer, dei tablet, di ogni altra forma tecnologica moderna, in cui vi è del bene ma, allo stesso tempo, anche tante insidie e pericoli, sotto ogni aspetto, anche della vita morale e in riferimento alla fede.
È “fontana del villaggio” per chi è in ricerca di Dio e del senso da dare alla vita. Non è raro, al giorno d’oggi, lasciarsi abbindolare da forme “orientaleggianti” di pseudo esperienze mistiche, aderendo istintivamente, senza ben ponderare i pericoli che ne derivano, a gruppi e gruppuscoli, che si formano anche nei nostri piccoli centri, e, che, alla fine, non portano da nessuna parte. Fanno novità. Sono forme di rottura. Danno un senso di nuovo, di diverso. Senza contenuti veri, solidi, profondi.
* * *
Oh! conoscessimo bene Gesù e la seria spiritualità cristiana!
Oh! conoscessimo Gesù che salva, che incoraggia, che perdona, che illumina, magari attraverso il dialogo con un Sacerdote.
Oh! ci fosse una preghiera di contemplazione, di adorazione, di raccoglimento, nel silenzio, quanta luce verrebbe per le anime!
Là, al Confessionale, ogni volta, magari dopo tanti anni dall’ultima volta, avviene il miracolo della gioia ritrovata. Là è l’Amico che accoglie e incoraggia
a riprendere il cammino con Lui, nella Grazia. È lui che, con dolcezza e fiducia, ripete: “Forza, torniamo ad essere dei buoni amici”. Stare con Gesù vi è tutto da guadagnare.
Ah! la “fontana del villaggio” quanta acqua davvero dissetante ha da donare alle anime. È l’acqua che disseta chi soffre, chi ha bisogno di trovare un aiuto, di ricevere una parola buona, di conforto, di incoraggiamento.
È la stessa acqua offerta da Gesù alla donna Samaritana: «... l’acqua che gli darò diventerà in lui una sorgente zampillante fino alla vita eterna» (Gv. 6,14).
Auguri dunque! Auguri affinché, in mezzo alla confusione di valori illusori e il bailamme di chiacchiere assordanti, che talvolta intontiscono le coscienze, presenti abbondantemente in questa nostra società, ogni uomo di buona volontà, sappia avvicinarsi all’unica “fonte” che disseta. La “fontana del villaggio”. La vita parrocchiale.

Con viva cordialità.

don Franco Tonda, Parroco