14/12/13

Bardonecchia: “Il silenzio degli eroi” al 25 gennaio al Palazzo delle Feste


foto: Giovanni Tacchino oggi
“Il silenzio degli eroi” è il titolo di un libro, un libro che fa riflettere, specie quando ci avvicineremo al 27 gennaio prossimo, data proclamata alcuni anni fa dalle Nazioni Unite, come “Giorno della Memoria”. Il libro è stato scritto da Giovanni Tacchino, bardonecchiese da cinquantacinque anni, ma originario di Montaldeo in provincia di Alessandria. Fu uno dei 750.000 militari italiani deportati nei campi di concentramento tedeschi subito dopo l'8 settembre 1943, data in cui venne firmato l'armistizio tra l'Italia e gli Alleati. Un giorno che per le giovani reclute italiane segnò una triste parentesi di vita durata circa due anni, in quanto dopo la firma, non vennero date precise disposizioni sul futuro dei soldati italiani. Cosìcchè, in balia di sé stessi, furono catturati dai tedeschi, che, in gran segreto, stavano preparando l'operazione Alarico per invadere l'Italia.
Il giovanissimo soldato Tacchino, appena diciottenne, trascorse due terribili anni nel Nord della Germania, cambiando ben tre lager, subendo privazioni e umiliazioni, fino alla liberazione da parte del Comando Alleato, avvenuta nell'agosto 1945. Oggi Giovanni Tacchino ha 89 anni. Dopo i campi di concentramento venne arruolato in Polizia e nel 1986 fu congedato dopo circa quarant'anni di servizio con il grado di Maresciallo di Prima Classe. Se non fosse per un fastidioso morbo di parkinson l'arzillo pensionato gode di buona salute, coccolato dalle figlie e dai nipotini, nella sua casa bardonecchiese.
Due anni fa, spronato da tanti amici, decide di prendere in mano una penna ed iniziare a scrivere ciò che ricordava di quel passato, con l'intenzione di dedicarlo alle generazioni future.
Il lettore del 2013 rimane colpito dalla narrazione, così ben dettagliata e molto toccante. A distanza di settant'anni i giorni, vissuti in quei due anni, sono rimasti impressi nella memoria dell'ex soldato, come un marchio indelebile. Ma Giovanni Tacchino, nonostante la crudeltà conosciuta e subita, non serba rancore, anzi tra le pagine si percepisce alcune volte anche un fondo di bontà, che scaturisce dall'animo di alcune persone incontrate sul suo cammino. Purtroppo dopo mesi di denutrizione e freddo l'ex soldato contrasse una brutta pleurite, quasi guarita del tutto grazie alle  cure, prodigate da un capo tedesco! Fu molto turbato, invece, dal comportamento della Croce Rossa Internazionale che non ha mai assistito nei lager questi poveri IMI (Militari Italiani Internati), perchè non classificati prigionieri di guerra. Una denominazione ribadita, poi, dall'Organizzazione Internazionale per l'Emigrazione. Il maresciallo Tacchino, infatti, inoltrò nel 1950 a detto ente una richiesta di indennizzo per il lavoro coatto svolto nei lager. Richiesta negata sia allora che nel recente 2001. Nelle sue memorie cita, però, con grande benevolenza l'attuale Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che riconoscendo le sofferenze subite, con decreto del 2008, consegnò nel 2009 agli aventi diritto le prime Medaglie d'Onore, di cui una troneggia nel salotto bardonecchiese..
Il libro, pubblicato da “Cultura e dintorni Editore”, verrà presentato al Palazzo delle Feste il 25 gennaio prossimo, in occasione del Giorno della Memoria, in presenza del sindaco Roberto Borgis e dei numerosi bardonecchiesi che vorranno rendere omaggio a questo eroe, “rimasto per tanti anni nel silenzio”.
Luisa Maletto