foto: Giovanni Tacchino oggi |
Il
giovanissimo soldato Tacchino, appena diciottenne, trascorse due terribili anni
nel Nord della Germania, cambiando ben tre lager, subendo privazioni e
umiliazioni, fino alla liberazione da parte del Comando Alleato, avvenuta
nell'agosto 1945. Oggi Giovanni Tacchino ha 89 anni. Dopo i campi di
concentramento venne arruolato in Polizia e nel 1986 fu congedato dopo circa
quarant'anni di servizio con il grado di Maresciallo di Prima Classe. Se non
fosse per un fastidioso morbo di parkinson l'arzillo pensionato gode di buona
salute, coccolato dalle figlie e dai nipotini, nella sua casa bardonecchiese.
Due
anni fa, spronato da tanti amici, decide di prendere in mano una penna ed
iniziare a scrivere ciò che ricordava di quel passato, con l'intenzione di
dedicarlo alle generazioni future.
Il
lettore del 2013 rimane colpito dalla narrazione, così ben dettagliata e molto
toccante. A distanza di settant'anni i giorni, vissuti in quei due anni, sono
rimasti impressi nella memoria dell'ex soldato, come un marchio indelebile. Ma
Giovanni Tacchino, nonostante la crudeltà conosciuta e subita, non serba
rancore, anzi tra le pagine si percepisce alcune volte anche un fondo di bontà,
che scaturisce dall'animo di alcune persone incontrate sul suo cammino.
Purtroppo dopo mesi di denutrizione e freddo l'ex soldato contrasse una brutta pleurite,
quasi guarita del tutto grazie alle
cure, prodigate da un capo tedesco! Fu molto turbato, invece, dal
comportamento della Croce Rossa Internazionale che non ha mai assistito nei
lager questi poveri IMI (Militari Italiani Internati), perchè non classificati prigionieri
di guerra. Una denominazione ribadita, poi, dall'Organizzazione
Internazionale per l'Emigrazione. Il maresciallo Tacchino, infatti, inoltrò nel
1950 a detto ente una richiesta di indennizzo per il lavoro coatto svolto nei
lager. Richiesta negata sia allora che nel recente 2001. Nelle sue memorie
cita, però, con grande benevolenza l'attuale Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano che riconoscendo le sofferenze subite, con decreto del 2008,
consegnò nel 2009 agli aventi diritto le prime Medaglie d'Onore, di cui una
troneggia nel salotto bardonecchiese..
Il
libro, pubblicato da “Cultura e dintorni Editore”, verrà presentato al Palazzo
delle Feste il 25 gennaio prossimo, in occasione del Giorno della Memoria, in
presenza del sindaco Roberto Borgis e dei numerosi bardonecchiesi che vorranno
rendere omaggio a questo eroe, “rimasto per tanti anni nel silenzio”.
Luisa
Maletto