27/06/23

BOLLETTINO PARROCCHIALE 2022 - Lettera del Parroco

 
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La Parrocchia di Sant'Ippolito: Bollettini Parrocchiali (bardonecchiasantippolito.blogspot.com)


Carissimi,
Mi trovo a scrivere questa lettera al termine di una Messa domenicale alla quale finalmente, dopo parecchio tempo, sono stati presenti quattro chierichetti, non più bambini, bensì ragazzi di età compresa tra la terza media e i primi anni del Liceo. Questi ragazzi che già conoscevo perché, anche se raramente, venivano e vengono a trascorrere qualche momento di vacanza. Ogni volta al termine della Messa passano a salutarmi in Sacrestia e a scambiare qualche parola. Questa volta con mio piacevole stupore si sono proposti per servire la Messa, trovandomi naturalmente d’accordo. Hanno indossato la veste paonazza con la cotta bianca. Facevano un figurone! È stato durante la Messa che mi hanno riempito l’animo di gioia. Li osservavo: tenevano le mani perfettamente giunte e quand’erano seduti stavano ben ritti sulla schiena, con le mani poste sulle ginocchia. Il campanello all’elevazione lo hanno suonato con i tre colpi, come stabilito. Gli inchini fatti con nobile cenno del capo e soprattutto, dopo avere ricevuto la Comunione, li ho visti inginocchiati sul pavimento accanto ai loro sgabelli, assorti, con gli occhi chiusi e le mani giunte a fare il ringraziamento. Giunti in Sacrestia al termine della celebrazione non ho potuto fare a meno di complimentarmi e di domandare loro chi avesse insegnato a servire la Messa così bene, con tale dignità e compostezza. Quasi in coro mi hanno risposto: “la mamma”! Mi è venuto spontaneo dare loro un abbraccio dicendo: “Come vorrei avere a Bardonecchia qualche chierichetto come voi”! Sì, perché da qualche tempo non si vedono più bambini e ragazzi a servire la Messa, pur invitandoli ripetutamente ad ogni occasione. Qualcuno accetta e si presenta due o tre volte. Sembrano entusiasti, poi non si vedono più. E pensare che indietro di qualche anno la Sacrestia si riempiva di ragazzi. Avevano la veste tarcisiana personale con il nome ricamato sul risvolto del colletto e bisognava fare i turni perché non litigassero per manovrare il turibolo e l’incensiere, per portare all’altare le ampolline, la tovaglia alla Comunione, le candele ... gli stalli del Coro erano occupati da tutti loro, anche se capitava talvolta, giunti in Sacrestia dopo la Messa, di rimproverare benevolmente qualcuno perché non si era comportato correttamente. Da qualche tempo non ci sono più.  Tornano in mente le parole dei miei quattro chierichetti “di passaggio”: chi vi ha insegnato a servire così bene? “La mamma”. Riflettendo sulla loro risposta mi sono convinto che il parroco può invitare, incoraggiare, stimolare ... ma se alle spalle di ogni bambino o ragazzo non vi è la cura religiosa che nasce in casa e respirata in famiglia, tutte le mie raccomandazioni sono destinate a fallire e a cadere nel vuoto.  Poco dopo quella Messa, in Sacrestia sono giunti la mamma e il papà di quei ragazzi e mi sono rallegrato ripetendo anche a loro: “Come vorrei avere a Bardonecchia qualche chierichetto come i vostri fi gli!”. Quando ho confidato che eccetto qualcuno, per i più era difficilissimo vederli alla Messa ... tanto meno a fare i chierichetti ... quel papà si è lasciato sfuggire a mezza voce ... “la scristianizzazione”, che ho fatto finta di 2 non sentire, di non cogliere. Però quelle parole mi hanno scosso molto ... la scristianizzazione. No, mi sono detto, non voglio neppure pensarci. Mollezza religiosa sì, ma scristianizzazione no.  Voglio continuare ad avere nella mia mente e nei miei ricordi la Sacrestia gremita di chierichetti a contendersi turibolo e candelieri ... nell’attesa fiduciosa che quei tempi tornino quanto prima. Non voglio cancellare questa mia fiducia.  Talvolta succede che alcuni chierichetti di un tempo più o meno lontano, divenuti uomini, parecchi anche padri di famiglia, magari trasferiti in altre località diverse da Bardonecchia, tornino in paese per qualche motivo e passando in chiesa entrino volentieri nella “loro” Sacrestia: la osservano sorridenti, volgono lo sguardo ovunque, trovandola uguale a com’era quando la frequentavano. In quell’armadio c’erano le nostre vestine, dicono ... ancora adesso, rispondo; … in quella cassapanca si poneva la cera ... anche adesso continua ad essere così, ribatto ... poi, ponendo lo sguardo sul turibolo appeso al suo trespolo ... ma quello è il turibolo che usavo anch’io ... sì, è sempre quello, annuisco sorridendo. I ricordi della fanciullezza sono legati a quei momenti belli che rimangono indelebili e luminosi nella coscienza per tutta la vita. Ricordi semplici: profumo d’incenso ... rosario ogni sera del mese di maggio ... i giochi sulla piazza all’uscita dalle Funzioni ... le partite in oratorio. I ragazzi di oggi non potranno più avere questi “dolci” ricordi, presi come sono da altre occupazioni che li tengono lontani dalla chiesa. Non sanno purtroppo ciò che stanno perdendo. Alla loro guida occorrono “una mamma e un papà” che, come “quella mamma e quel papà” dei quattro chierichetti, comunichino loro la bellezza della fede e dell’incontro sacramentale con Gesù. Genitori che li incoraggino, li invoglino, li seguano costantemente nella loro formazione di fede. Genitori che siano coscienti che la cura dell’anima pone ai loro figli le fondamenta solide per la vita adulta. Lasciatemi sognare che la Sacr
estia torni al più presto ad affollarsi di bravi chierichetti.  Quando pensavo a cosa avrei scritto in questa lettera di apertura del Bollettino in un primo tempo mi ero proposto di parlare degli avvenimenti dell’anno: della nomina il 19 febbraio e dell’ingresso in Diocesi l’8 maggio del Vescovo Mons. Roberto Repole. Avrei voluto parlare dell’invasione da parte dell’Armata Russa dell’Ucraina il 24 febbraio e della conseguente crisi economica e della pace che tutti auspichiamo. Avrei voluto ragionare sulle parole di Gesù “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi” (Gv 14,27). Avrei voluto soffermarmi a lodare e ringraziare i vari autori delle ricerche storiche che con i loro articoli alzano di livello la qualità di questo Bollettino ... poi, nella stesura della lettera il pensiero si è fermato ai quattro chierichetti e con loro ai tanti chierichetti di Bardonecchia degli anni scorsi ed anche di tempi più lontani, nella fiducia che ... dopo l’inverno tornino la primavera e l’estate. 

Con viva cordialità  
don Franco Tonda, parroco