28/04/16

Monte Tabor - Beata Vergine Addolorata

La Statua della Beata Vergine Addolorata
Foto del 1955 (a sinistra) prima della asportazione delle due teste d'angelo del reliquario. 
Le ascensioni al Monte Tabor della Famiglia Bizzarri




La storica Cappella del Monte Tabor è seriamente compromessa causa lo sfaldamento della roccia su cui posa.
1908


DONAZIONI PER LA CAPPELLA DEL TABOR
Beneficiario: Parrocchia Sant'Antonio Abate - Melezet

IBAN: IT02A0200830080000004626826 
UNICREDIT - Bardonecchia
causale: Cappella del TABOR

Sintesi realizzata dal Museo Don Masset

Foto Michele Bertessa - 2015



La storia dell'antica cappella è stata descritta con cura in un fascicoletto del 1908 dall' allora parroco P.M. Vallori
(disponibile in PFD)

Per richiamare l'attenzione di fedeli, alpinisti e turisti don GianPaolo Di Pascale ha messo in rete la Pagina Facebook: 
Beata Vergine Addolorata

e il gruppo pubblico:
Cappella Thabor


In pochi giorni sono stati invasi da fotografie e commenti.
Questo lascia sperare in una sempre maggiore attenzione a un problema che è di tutti: NON SOLO MELEZET può prendersene cura! 



16 luglio 1960
Il pellegrinaggio al Monte Tabor in una vecchia pellicola 8mm

Augusa  Gleise ricorda gli anni '40:







Dall'Archivio Parrocchiale di sant'Ippolito
Fondo Turinetti Di Priero Alberto
Collezione cartoline del C.A.I. anni 1920

Nel verso della cartolina si legge:

Alte Valli di Susa (Bardonecchia • Valle Stretta)

La Cappella sulla vetta del Monte Thabor (m. 3177)

Il Thabor è un monte sacro, e gli fu dato tale nome perché un pellegrino di ritorno da Terra Santa all'epoca delle Crociate, volle ravvisare in questo monte qualche rassomiglianza con il Thabor della Palestina, ove Jesù Cristo operò la trasfigurazione.
Più tardi le religiose popolazioni della Valle di Mélezet vollero ricordare su questo monte i misteri del Golgota, costruendo una Cappelletta alla Vergine Addolorata, e vollero vedere nei tre grandi monti, in sul principio della valle, i segni della natività di Cristo e vi posero i nomi dei tre Re Magi, ossia: Gaspar, Baldassar e Melchior. Infine segnarono la strada con 14 grandi croci raffiguranti la Via Crucis, e superata l'ultima si raggiunge la Cappella ove il 16 luglio si celebra la festa.
La sera precedente, alle ore 21, parte dalla Parrocchia di Mélezet una lunga schiera di pellegrini, disposta a fila indiana, che procede lenta nel cuor della notte, al canto grave di sacri inni ed al debole chiarore dei poveri lumi. Quando i il Parroco di Mélezet, che precede la processione in cotta e stola, è giunto alla prima delle croci si ferma, ed attorno si aduna tutto il suo popolo che risponde alle orazioni in coro alto e solenne, che si elevi nella notte buia attraverso alle pareti delle rocce su verso il cielo, e rimbombando nella valle attraverso a mille echi. E così procede la processione fermandosi a tutte le croci e raggiunta al mattino la Cappella vi si celebra la Messa.
Collezione Renzo Stradella - Cartolina del 1914

1936 Paolo Massara con la mamma al monte Tabor
Inverno, anni '40 - Cartolina ricevuta dall' Ing. Renzo Stradella



04/04/16

BARDONECCHIA NELLA GRANDE GUERRA


Il Parco della Rimembranza negli anni '30
A Bardonecchia la Prima Guerra Mondiale chiamò alle armi quasi 150 uomini e ragazzi: di questi 51 morirono sul fronte o dopo il conflitto a causa di malattie e ferite.
Tra coloro che tornarono anche un grande invalido, Ernesto Lantelme, che alla guerra aveva dato gli occhi e le mani. Il paese lo accolse al suo ritorno con tutti gli onori, la collettività aveva fatto una raccolta di denaro per offrigli una medaglia d’oro e i reduci, in un piccolo album rilegato in pelle che portava i loro nomi, avevano scritto: “A Ernesto Lantelme che alla Patria pegno di rovente amore donò la forza del suo braccio la luce dei suoi occhi, al Corpo dilaniato allo Spirito intatto e superbo, i fratelli d’arme e di terra, ieri forti alla lotta come oggi tenaci al lavoro, offrono”.