28/10/20
Domenica 1 novembre - TUTTI I SANTI
1 novembre - Domenica
Sante Messe ore: 8,30 - 11,00 - 18,00
2 novembre - Lunedì
Sante Messe ore: 8,30 - 11,00 - 18,00
27/10/20
Archivio Storico di Sant'Ippolito - Le cappelle
LE RICERCHE DI GUIDO AMBROIS
Quattro studi e trascrizioni ad integrazione dei documenti sulle Cappelle presenti in archivio.
Cappella San Francesco d’Assisi al Bersac
Cappella di Santa Maddalena e Santa Caterina
* * *
Tutto il disponibile, è alla pagina
22/10/20
... e di 7 nessuno tornò
I sette Alpini del Battaglione Monte Cervino morti in Russia
Qualche parola di
introduzione…
Nel corso della mia ricerca
degli anni passati sui bardonecchiesi nel primo conflitto mondiale, conclusasi
con la pubblicazione del libro Bardonecchia e la Grande Guerra, ho avuto modo
di ritrovare presso le famiglie archivi preziosi fatti di fotografie, di
lettere, di documentazione di varia natura. Insieme alle storie della guerra
del 1915/18 uscivano dai cassetti altre lettere e altre fotografie: mi avevano
colpito quelle di due alpini morti in Russia durante la Seconda guerra
mondiale. Con quei due ragazzi altri cinque alpini non erano tornati a
Bardonecchia dalla campagna di Russia e tutti e sette appartenevano allo stesso
reparto, il battaglione Alpini sciatori Monte Cervino. Ma il dato ancor più
drammatico è stato apprendere che quei sette morti costituivano la totalità dei
bardonecchiesi presenti al reparto. In sostanza, di sette partiti, nessuno
tornò vivo. Ci è parso quindi importante ricostruirne la storia per non
dimenticare il loro sacrificio.
La ricerca ha preso il via
grazie alla generosa collaborazione di alcuni amici di Bardonecchia, tra cui
Emy e Renato Bompard, Fulvia Mathieu e Alberto Vallory, che mi hanno aiutata a
trovare le famiglie e i ricordi. Il grande aiuto mi è giunto dal dott.
Pierluigi Scolè, studioso di storia militare con una approfondita conoscenza
delle vicende del battaglione Monte Cervino, che ha volentieri accettato di
partecipare alla stesura di questo articolo.
Nota: L'articolo, edito alla pag. 34 del Bollettino 2019, non non è pubblicato sul Blog parrocchiale su richiesta degli autori
21/10/20
Le Frazioni - Bollettino 2019
eccoci, ancora una volta, a
questo annuale appuntamento con il bollettino. Devo sempre grande riconoscenza
a don Franco che ci ospita nelle pagine della sua annuale pubblicazione che è
una preziosa e attesa sintesi di un anno di vita religiosa e civile in Bardonecchia
e quindi anche delle nostre piccole frazioni. Da soli, lo avevo già
sottolineato altre volte, non potremmo sostenere una nostra pubblicazione,
proprio per il numero limitato delle copie.
L’evento principale nella vita della nostra chiesa locale è stato il cambio del vescovo. Mons. Alfonso Badini Gonfalonieri, al compimento dei 75 an- ni ha rassegnato le dimissioni, come prescritto dalla legge, dimisssioni accolte dalla S. Sede e il Papa ha designato S.E. Mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, Amministratore Apostolico della Diocesi di Susa. Questo significa che la Diocesi rimane, per ora, nella sua integrità con un unico vescovo insieme a Torino. Abbiamo già avuto modo di incontrare il nuovo vescovo, che in questi primi mesi non si è risparmiato con visite alle parrocchie della diocesi e a varie istituzioni. Lo abbiamo così conosciuto pastore sollecito e paterno, attento alle realtà locali, affabile nel contatto con le persone. Noi avremo l’onore e la gioia di incontrarlo a Melezet il Sabato 18 luglio, avendo di buon grado accettato di partecipare alla nostra festa dello Scapulaire.
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Il nostro nuovo pastore: S. Ecc. Mons. Cesare Nosiglia. |
A Mons. Alfonso Badini Confalonieri va la nostra riconoscenza per i quasi 20 anni di episcopato che lo hanno visto partecipare a tante nostre iniziati- ve, come il bollettino ha puntalmente registrato. Ha scelto di abitare a Bardonecchia nella villa di famiglia e lo abbiamo già avuto il giorno della festa patronale di Melezet e ancora avremo modo di averlo tra noi in altre occasioni, data la sua disponibilità.
Il bollettino riporta in sintesi gli eventi che hanno ritmato questo ultimo anno, e non starò a ripetermi, la nostra vita trascorre con serenità nelle sue varie dimensioni e nel succedersi delle stagio- ni. Non abbiamo certo risolto tutti problemi materiali e spirituali, alcuni come il salvataggio della Cappella del monte Tabor sono ancora in gestazione, ma vorrei rassicurare tutti che anche questo grave problema è seguito e speriamo di giungere presto a una soluzione positiva.
Per quanto riguarda la mia persona, gli anni vanno avanti...
ma riconfermo la mia volontà di andare avanti, pur con qualche limitazione,
fino a quando il Signore vorrà e voi mi accetterete, con tutti i mei difetti,
non negandomi l’aiuto necessario nel mio ministero. Con questa speranza vi
saluto con l’affetto di sempre. Pregate per me!
don Paolo
NOTIZIE DAL MUSEO |
NuOVA VItA ALLE OPERE E VECChIA VItA DI PAESE
L’esposizione fotografica inaugurata al Museo il 20 luglio di quest’anno in occasione della Festa dello Scapulaire è nata con l’intento di far conoscere storie di vite passate, riscoprire il valore della tradizione e della memoria dei nostri luoghi.
44 stampe di vita quotidiana, scattate tra la fine del ’800 e i primi anni del ’900, selezionate tra altre centinaia, sono state presentate all’interno del Museo di Arte Religiosa Alpina e per le vie del paese.
L’esposizione vuol essere un racconto che presenta testimonianze preziose di vita passata del Melezet,
immaginato e realizzato con l’intento di creare un percorso di approfondimento di una parte della storia del nostro paese, ormai nota solo a pochi:
foto di uomini, donne e bambini,
che non abbiamo
conosciuto e di cui forse, non abbiamo mai sentito parlare.
Si tratta
di un materiale fotografico, storico,
di grande valore, che racconta uno stile di vita molto diverso dal nostro e ormai perso nel tempo.
Uno spaccato
di vita comunitaria, di religiosità e di ambienti
che sottolineano l’unione
che questa gente aveva con la propria terra.
Le stampe spaziano dalla
foto di gruppo
per il matrimonio, a quella per la comunione, alla festa per il carnevale, al militare in divisa prima
di partire per il servizio di leva, alla festa per i 40 anni dei coscritti e molto altro.
Volutamente non si è dato un tema preciso
all’esposizione: si è preferito raccontare situazioni
diverse, con la speranza
di poter ripetere
il tutto in un futuro
prossimo, proponendo un argomento
particolare.
Il racconto fotografico diffuso
è stato visitabile in paese e in Museo fino ai primi mesi del 2020, dopo di che le stampe sono state esposte in veste di mostra permanente presso la sede dell’Assomont, alla vecchia
scuola del Melezet.
L’esposizione si è realizzata
grazie all’intervento dell’Amministrazione Comunale che, da sempre attenta al valore della
storia, della tradizione e della memoria
dei nostri luoghi,
ha deciso di contribuire attivamente ed economicamente alla sua realizzazione.
Il tutto è stato reso possibile grazie all’idea e all’operato dei Volontari del Museo, alla Direzione del Museo Diocesano di Susa e grazie alla preziosa collaborazione delle tante famiglie che hanno messo a disposizione i propri archivi.
Wanda Nuvolone
AMIAMO LA NOSTRA CHIESA
Che bella!” È la frase, che più si sente pronunciare da quanti vengono a visitare la nostra chiesa di Melezet.
E sì è proprio bella! La nostra parrocchia fu costituita come ta- le nel 1487 e la chiesa fu costruita tra il 1694 e il 1698 al posto di una precedente chiesa distrutta da un incendio.
Entrando il nostro occhio è attratto dalla figura di Gesù Crocifisso, quasi innalzato tra Cielo e Terra, e che invita a considerare se c’è un dolore grande come il suo.
Ed ecco l’Altare con sovrastante la figura dell’Eterno Padre circondato dagli angioletti.
Ammiriamo ora il quadro dell’altare che rappresenta quasi una conversazione tra S. Antonio e la Vergine Maria.
S. Antonio allarga le mani e si rivolge con fiducia a Maria che tiene fra le sue braccia Gesù e stende la mano verso lui ad esaudire la sua richiesta di aiuto e protezione; completa il quadro un possente Angelo vestito di bianco con lo sguardo rivolto verso il cielo e punta il dito verso la chiesa di Melezet che si intravede al fondo. Sopra la cornice si libra in volo la colomba simbolo dello Spirito Santo.
Veniamo ora agli altari laterali un tempo utilizzati dalle Confraternite. L’altare di destra reca un dipinto di S. Antonio Abate; quel- lo di sinistra è dedicato alla Madonna del Santo Rosario con S. Domenico, Bernardino e altri Santi.
Sulla parete di sinistra un quadro raffigura S. Anna madre di Maria.
Nel lasciare la chiesa non dimentichiamo di rivolgere il nostro saluto a Gesù sempre presente nel Tabernacolo!
Vittorio Massignan
20/10/20
Angolo della cultura - 2019
Il pellegrinaggio a Roma (3 parte)
Il pellegrinaggio a Roma dal VI al XIII secolo.
La Chiesa di Roma, fin dal suo sorgere, aveva
affermato la sua primazia su tutte le altre Chiese, per il fatto di essere
l’erede della potestà che Cristo aveva conferito a s. Pietro: nel periodo in
cui la parte occidentale dell’impero romano stava inesorabilmente decadendo, la
Sede romana aumentava la sua influenza sulla Cristianità, fino a proporsi come scrigno
della spiritualità universale, una seconda Gerusalemme. L’immenso patrimonio
costituito dai corpi di s. Pietro e di s. Paolo, di cui era dotata, fu ulteriormente
arricchito per volere dei papi, che fecero raccogliere il maggior numero
possibile di reliquie apostoliche.
Roma, lontana da Costantinopoli e dall’influenza
della sua corte, sul finire del secolo VIII, al termine delle lotte
iconoclastiche, ottenne l’affrancamento politico da Bisanzio. In quel periodo,
i pontefici diedero a Roma la possibilità di aumentare la sua influenza sulle
regioni settentrionali d’Europa, favorendo l’insediamento di numerose scholae peregrinorum, cioè sedi
religiose nazionali, dei Sassoni, Franchi, Alemanni, Longobardi e di altri
ancora, che scelsero per i loro ospizi, i luoghi il più possibile vicini alla
basilica vaticana, divenuta la meta principale dei pellegrini che accorrevano
dai luoghi più lontani, per venerare la reliquia più preziosa, la tomba
dell’apostolo Pietro.
Il
pellegrinaggio a Roma, allora, non era legato ad una indulgenza maggiore di
quella di altri luoghi, come avverrà in seguito all’indizione del Giubileo del
1300, ma rappresentava una visita che i fedeli compivano spontaneamente, come
atto di fede.
Soprattutto ad opera dei papi del VI secolo, si ebbe una stabilizzazione del culto dei martiri per i quali si sviluppò una liturgia specifica; il possesso di reliquie, che allora era ritenuto di così fondamentale importanza che il furto ne veniva giustificato come un atto religioso, fu scoraggiato. Papa Gregorio Magno (a.590-604) infatti, stabilì che un oggetto, venuto a contatto con una reliquia, ne assumesse il valore 1).
18/10/20
Gruppi e Associazioni - Bollettino 2019
La Cantoria di Sant’Ippolito
ha avuto il piacere di essere invitata a tenere un concerto il 27 Luglio 2019,
presso la chiesa Parrocchiale di Saint-Marcellin, in occasione del Festival Estivo
di Musica di Névache, organizzato dall’Associazione “Amis du Patrimoine
Religieux de Névache”.
La responsabile, signora
Christiane Champ, ha desiderato fortemente la presenza del nostro coro in
occasione di una raccolta fondi, organizzata dalla Parrocchia di Névache, per
fi nanziare gli onerosissimi lavori di consolidamento della Cappella del
Thabor.Questo luogo di culto
antichissimo, tanto caro alla Parrocchia di Melezet e a tutta la conca di
Bardonecchia, è altresì di grande importanza per la Vallèe de La Clarée e in
particolare per Névache.
La Cappella, dedicata a
Nostra Signora dei Sette Dolori sulla vetta del del Monte Thabor è meta di
pellegrinaggi italiani e francesi: da entrambi i versanti e da entrambe le
parrocchie di Melezet e La Cantoria di Sant’Ippolito a Nevache (foto:
collezione F. Blandino).
Névache ci si sforza di
creare occasioni per raccogliere fondi e sensibilizzare circa il gravissimo
problema dello sfaldamento della roccia sottostante la Cappella che minaccia il
crollo della stessa. A questo proposito abbiamo avuto il grande piacere di
vedere tra il pubblico la presenza di Don Paolo Di Pascale, intervenuto come
parroco di Melezet e appassionato di musica, nonché organista su cui il nostro
coro può contare in caso di bisogno.
La nostra Cantoria,
preparata da Fabrizio Blandino e accompagnata all’organo da Stefania Balsamo, ha
presentato una selezione fra i canti più belli e impegnativi del suo
repertorio, intrattenendo il caloroso pubblico per circa un’ora e mezza.
I cantori, emozionati, sono
stati molto soddisfatti per questa occasione speciale e per l’invito ricevuto.
(Stefania)
I Nostri pellegrinaggi - Bollettino 2019
Santuario della Madonna delle Rocche
Mercoledì 22 maggio la parrocchia di Sant’Ippolito dà inizio ai consueti pellegrinaggi iniziando da quello Mariano che quest’anno ha per meta il santuario della Madonna delle Rocche sito nel comune di Molare in provincia di Alessandria.
Il viaggio, tutto in autostrada, scorre velocemente scendendo prima la Valle di Susa e poi, attraversando da Nord a Sud la pianura piemontese, si tocca Torino, Asti ed Alessandria per uscire allo svincolo di Ovada dove si imbocca la statale per Acqui Terme. A Molare si devia a sinistra per una strada secondaria che, in mezzo ai prati, porta alla frazione Rocche e di qui al Santuario. A mano a mano che ci si avvicina alla meta il paesaggio cambia radicalmente, la campagna si infittisce di alberi creando un clima di silenzio che contribuisce a predisporre l’anima al raccoglimento e alla pace. All’arrivo si è piacevolmente sorpresi dall’ambiente privo di case, infatti il Santuario sorge isolato al termine di un ampio viale verde, che culmina con una maestosa scalinata. Il panorama è intatto e crea i presupposti indispensabili all’animo per non venire distratto; tutto invoglia alla preghiera e all’apertura del cuore. All’ingresso della chiesa Franca e Marco, precedentemente arrivati con mezzi propri, attendono il gruppo che a piedi risale l’ombroso viale in dolce pendio e l’ampia scalinata che conduce all’ingresso del Santuario. Appena entrati si rimane attratti dai numerosi affreschi che decorano l’interno dell’edificio sacro: La glorificazione della Madonna in cielo, La nascita di Maria, La visita di Maria a santa Elisabetta, Lo sposalizio della Vergine con san Giuseppe, Gesù nel Tempio tra i dottori della chiesa, L’Ultima Cena, Maria presentata al Tempio, L’Addolorata, La scena dell’apparizione di Maria Santissima a Clarice; senza contare la Pala dell’Altare della Madonna del Suffragio e quella di san Lorenzo martire. L’attenzione dei pellegrini è poi attirata dall’altare di san Lorenzo dove c’è l’urna di san Leone martire.