21/04/20

SAN GIORGIO - 23 aprile

S. GIORGIO COMPATRONO DI BARDONECCHIA
NOTE SULLA GENESI DI UN CULTO
Dal Bollettino 1995
'Quadro centrale del retable dell' altare
maggiore con in alto la Madonna nella
gloria del Paradiso, a sinistra Ippolito
e a destra San Giorgio' (sec. XV)
  

"A San Giorg smen tun orge A San Mar li giò trò tar".1 Così dicevano i vecchi per cui l'agiografia e la sfera religiosa in genere, erano vera cultura su cui si improntavano la vita quotidiana individuale e collettiva, i ritmi lavorativi, il trascorrere delle stagioni. Nessuno di loro, ascoltando que­sto proverbio, avrebbe dovuto consultare il calendario per sapere che la festa di san Giorgio Martire, compatrono del paese, cade il 23 aprile, all'inizio della primavera.

Il culto di questo santo, è straordinariamente diffuso e molto antico. Già nel VI secolo Teodosio Parigeta nel suo De situ Terrae Sanctae, ci riferisce che “in Diospolim (Diospoli o Lydda in Palestina), ubi Sanctus Georgius martyrizatus est. ibi et corpus eius et multa mirabilia fiunt". Con lui concordano alcuni autori successi come pure i resti archeologici che sembrano confermare quelli letterari in quanto la basilica cimiteriale di Lydda è databile ad epoca costantiniana, prossima a quella in cui si presume avvenuto il martirio.
Tabernacolo - San Giorgio
La più antica narrazione delle gesta di questo personaggio è citata per la prima volta dal "Decretum Gelasianum" (496) che, nel De librisrecipiendis, proscrive alcune opere apocrife tra cui la "passio Sancti Georgii". Da questo nucleo iniziale greco la vicenda si complica sempre dì più dilatandosi a dismisura - viene tradotta in copto, armeno, etiopico, arabo per l'uso liturgico che al tempo si faceva delle opere agiografiche, mentre le fanno eco "homeliae", "laudationes", "sermones". In questo contesto assume un particolare sviluppo il racconto del martirio che arriva a pro­trarsi per ben sette anni e che comprende tre risurrezioni del protagonista. Prima di essere decapitato e di rinascere definitivamente al cielo, S. Giorgio compie prodigi come la resurrezione di diciassette persone morte da quattrocentosessant'anni che battezza e poi fa sparire, e impartisce esemplari punizioni ai persecutori della Chiesa.
I santi Giorgio e Ippolito nella vetrata posta sul
fronte della chiesa 
(in gran parte nascosta dalle canne dell'organo)

A partire dal VI secolo le biografie romanzate, sulla scia di Gregorio di Tours, creano intorno al personaggio una letteratura agiografica che sembra gareggiare con quella dei cicli bretone e carolingio: il coraggio indomito nella professione di fede, la tutela generosa degli indifesi, l'uccisione di mostri crudeli sono infatti ‘topoi' ricorrenti sia nella letteratura cavalleresca che nelle vite dei Santi guerrieri in genere e di S. Giorgio in particolare. In questo contesto si collocano i celebri racconti sull'uccisione del drago e la promozione del culto da parte dei Crociati.
La Legenda Aurea di Jacopo da Varazze (1395) segna l'inizio di un notevole sviluppo del culto a livello popolare e S. Giorgio che, associato a S. Sebastiano, a S. Maurizio e ad altri Santi militari, è invocato contro serpenti velenosi, peste, lebbra, sifilide. È a questo periodo che va fatta probabilmente risalire la genesi del cullo di S.Ippolito e S. Giorgio a Bardonecchia come risulta dall'esistenza di una cappella con la doppia titolatura S. Giorgio e S. Ippolito, e dai più antichi elenchi parrocchiali in cui i nomi George e Hippollte sono ampiamente diffusi.
1)        Antico proverbio in patois di Bardonecchia che significa “a S.Giorgio semina il tuo orzo, a S. Marco è già toppo tardi”. 

Retable dell'Altare Maggiore - Sant' Ippolito e San Giorgio (Particolari)

Cappella dei Patroni S.Ippolito e San Giorgio
Al centro Madonna sul trono con bambino e due angeli, 
san Giovanni evangelista e la Maddalena



Cappella dei Patroni: San Giorgio (particolare)