25/04/20

III DOMENICA DI PASQUA


Carissimi parrocchiani residenti e villeggianti,

vorrei anche oggi ravvivare i nostri animi alla fiducia. Se tutto procede secondo i programmi, domenica prossima dovrebbe essere l’ultimo giorno con in atto le regole restrittive sul comportamento da tenere. Probabilmente inizierà un graduale allentamento che, ne siamo tutti consapevoli, non sarà, come quando da ragazzi giocando a nascondino, l’ultimo arrivato vincente alla meta, grida soddisfatto “un, due, tre, per me … liberi tutti”, e colui che aveva fatto la conta, deve riprendere da capo. È un ritornello, questo, che sentiamo ripetere spesso ai telegiornali. Non un “liberi tutti”, tuttavia dovremmo riprendere un minimo di vita normale, restando molto attenti affinché il virus prepotente e diabolico non torni a rialzare la testa. Chissà se in questo “minimo” di ritorno alla normalità, ci sarà anche spazio per riprendere a celebrare la santa Messa con la presenza dei fedeli? Io lo spero e anche voi lo desiderate. Magari con dei numeri contingentati, da concordare in base alla superficie della chiesa. La nostra è spaziosa e, tenendo conto della navata centrale, delle due cappelle laterali e della balconata, ho fatto il conto che, mantenendo la distanza di un metro da persona a persona, si potrebbe ipotizzare la presenza di oltre 150 fedeli. Pensate che nelle grandi festività, quando la chiesa è gremita vengono distribuite più di 400 Comunioni per celebrazione Eucaristica. A questo riguardo varie persone, nei due mesi trascorsi, telefonandomi, mi hanno detto: “Quanto mi manca la Messa nella nostra chiesa. La seguo in televisione tutti i giorni, alle volte anche più di una, ma … non è la nostra chiesa!”.
   Attendo con fiducia di poter rivedere voi adulti e anche i bambini e i ragazzi alla celebrazione della Santa Messa domenicale.
   Tengo sulla mia scrivania una cartellina di colore azzurro, sulla quale è scritto con un pennarello “Catechismo”. Ogni tanto l’apro, perché desidero sfogliare gli elenchi dei vari gruppi e soffermarmi sui nomi di tutti, che conosco uno ad uno, e penso: chissà se questi ragazzi, in questo periodo in cui il catechismo è sospeso, pregano ogni giorno mattino e sera … se partecipano alla Messa in televisione alla domenica … se provano dispiacere per non potere nella loro chiesa … e ho fiducia che sia così e che alimentino la loro fede.
   Sempre sulla scrivania ho il calendario della Parrocchia, lo stesso che avete anche voi nelle vostre case, aperto al mese di maggio. Sono programmate varie iniziative. Alcune di queste sono già state rimandate a data da stabilire, come le Prime Comunioni e le Cresime che erano previste per il 10 maggio. Sicuramente è da cancellare il Pellegrinaggio mariano e temo che sia prematuro pensare di riprendere le celebrazioni delle Sante Messe alle Cappelle del Cimitero e della Madonna delle Grazie. Sta anche per iniziare il mese dedicato alla Madonna. Quest’anno non suoneranno ogni sera le campane alle ore 20, in quanto reciterò il Santo Rosario alle ore 17,30 prima della celebrazione dell’Eucarestia e voi fatelo nelle vostre case. Magari, se lo ritenete opportuno, collegandovi in streaming con la Cappella dell’Arcivescovo Mons. Nosiglia, tutti i giorni, alle ore 17, oppure con TV 2000 che alle ore 18 lo trasmette dalla Grotta di Lourdes.
   Dicevo prima del calendario parrocchiale … nella pagina del mese di maggio è riportata una bella foto che giudico assai significativa: un vecchio e consunto libretto di preghiere e, lì accanto, una corona del rosario. Risuona come un invito alla preghiera. Soprattutto in questo contesto di pandemia che stiamo vivendo, la preghiera è la nostra forza. Ci rassicura. Ritengo che un po’ tutti stiamo prendendo consapevolezza che con le sole forze umane non andiamo lontano. Privi di quella Luce superiore che illumina gli animi, di fronte a tanta incertezza, non è raro cadere nell’angoscia, nella paura, nella tristezza e magari nella depressione. La preghiera rivolta con fiducia ci aiuta a non sentirci abbandonati al nostro destino, bensì sorretti e rassicurati dalle parole di Gesù: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. (Mt. 28,20)”.
   La fede pone nei nostri animi l’equilibrio e la serenità. Ogni giorno, sull’esempio dei bardonecchiesi  che nel lontano 1630 erano stati alle prese con la peste, com’è scritto nell’antico Voto fatto in quello stesso anno, invoco l’intercessione della Madonna, di San Giuseppe, dei santi Ippolito e Giorgio e dei Santi Sebastiano e Rocco, del quale è posto in chiesa, in forma stabile, dal giovedì di metà Quaresima, lo stendardo che lo ritrae nelle vesti di pellegrino, perché ottengano dal Signore, per noi e per il mondo intero, la fine di questa epidemia. A questo riguardo qualcuno potrebbe avere da ridire e obiettare dicendo che è la scienza a poterci salvare e non la preghiera. Qui è necessaria, una profonda riflessione perché, a mio giudizio, la fede e la scienza non solo non si contrastano a vicenda, ma sono intimamente unite. Mi spiego: sono ben consapevole che il Signore, in via ordinaria, non agisce usando la “bacchetta magica”, bensì attraverso l’operare degli uomini, che ha creato “a sua immagine e somiglianza”. La scienza, nelle sue variegate espressioni, non è altro che una manifestazione della grandezza e potenza di Dio. In Lui vi è la pienezza di tutte le scienze, ed è Lui, con il suo Santo Spirito, che illumina le menti degli uomini, affinché con il loro impegno, tra l’altro, giungano a scoprire quei rimedi necessari perché le malattie vengano combattute e sconfitte. L’argomento andrebbe certamente approfondito.
   Spesso, in questo periodo, nel corso della Messa, nella preghiera dei fedeli, si prega dicendo: “Perché davanti all’epidemia che sta colpendo il mondo, gli uomini trovino forza nella preghiera e, con spirito di fede, domandino a Dio di infondere un raggio della sua Sapienza in coloro che stanno studiando il problema, affinché, al più presto, possano trovare i rimedi necessari …”.
   Cambiando discorso, ricordo che la Caritas parrocchiale, in collaborazione con il Comune e il GIS, ha promosso una raccolta “ordinaria” di generi alimentari, che, fino dal primo momento, ha visto una risposta generosa. Nei negozi del paese e in chiesa sono posizionati dei contenitori nei quali, in forma del tutto anonima, possono essere deposti degli alimenti. I volontari li ritirano giornalmente e tempestivamente li distribuiscono alle famiglie con problemi economici, causati dalla mancanza di lavoro a motivo della pandemia del Coronavirus. Anche in questo modo la Provvidenza agisce per mezzo nostro, come affermava Santa Teresa di Calcutta: “Dio non ha mani, ha le nostre mani … non ha voce, ha la nostra voce … non ha braccia, ha le nostre braccia …”.
   Per la settimana entrante non credo ci siano avvisi parrocchiali importanti da comunicare, se non quello già evidenziato circa l’inizio del Mese mariano con la recita quotidiana del Santo Rosario; ricordo inoltre che domenica prossima 3 maggio è previsto il Trigesimo di Marino Pietro (Piero), il consorte di Rosanna Chareun. Era mancato nella residenza di Torino lo scorso 3 aprile all’età di 81 anni. L’avevamo accolto nel nostro Cimitero, salutandolo con un breve Rito esequiale alla presenza degli stretti familiari. Giovedì 23 aprile è mancato a Susa Roberto Meneghelli di anni 72, vedovo di Bruna Rochas e cognato di Franca Allizond. A Bardonecchia è conosciuto da tanti bambini, di ieri e di oggi, a motivo del suo lavoro di Giostraio“. La sepoltura è prevista a Villafalletto. La Santa Messa di Novena sarà celebrata Lunedì 4 Maggio.
   Concludo sottolineando di rivolgersi in Parrocchia, per qualsiasi necessità, soprattutto per urgenze alimentari, senza provare imbarazzo alcuno, dove le volontarie provvederanno con sollecitudine a soddisfare i vostri bisogni.
   Un cordiale saluto, dandovi appuntamento a domenica prossima.

Don Franco Tonda
-         Parroco –
Bardonecchia, 26 aprile 2020
III° domenica di Pasqua