15/03/20

3° Domenica di Quaresima - Carissimi miei parrocchiani


Parrocchia S. IPPOLITO

Carissimi miei parrocchiani di Bardonecchia e voi villeggianti che, per i motivi che ben conosciamo, oggi mancate all’appuntamento del “fine settimana”, voglio rivolgervi un saluto affettuoso. Scrivo queste righe dopo avere celebrato la Santa Messa della 3° domenica di Quaresima, a porte chiuse, da solo, con una grande amarezza nel cuore, e penso a voi che oggi siete privati dell’incontro domenicale con il Signore. Leggevo, al termine della prima lettura, quella domanda fatta dagli israeliti, provati dalle tribolazioni nel deserto, “Il Signore è in mezzo a noi si o no?”. Ebbene, anche per noi in questo momento, sappiamo che la risposta è “SI”. Il Signore è con noi, non ci abbandonerà. È un tempo di maggiore riflessione sul vero senso della vita e di maggiore ascolto della sua divina parola, com’è  scritto nel ritornello del Salmo Responsoriale odierno: “Fa che ascoltiamo, Signore, la tua voce”.
 – Vi ricordo uno a uno e, nella Messa, ho posto sull’Altare le vostre intenzioni e le vostre suppliche. Soprattutto esprimo un ricordo particolare per coloro che soffrono. Nella settimana passata, nella nostra Parrocchia di Sant’Ippolito del Capoluogo, abbiamo avuto due lutti: Mercoledì 11 è mancato Maurizio Franceschini, la cui notizia ha addolorato tutti.  In tempi normali alla sepoltura, ci sarebbe stato tutto il paese, invece, per forza di cose, al breve rito di commiato celebrato davanti alla Cappella del Cimitero, vi erano gli stretti famigliari chiusi nel loro dolore. È mancato anche Pietro Simiand, il papà di Daniela e Marco, ad Alpignano dove era ricoverato, al termine di una lunga e dolorosa malattia. Il Signore  li accolga nella sua gloria e conceda serenità ai famigliari.
 - Giovedì  prossimo 19 marzo, nel giorno della solennità di San Giuseppe, avremmo dovuto ottemperare al Voto fatto il 29 giugno 1630 per essere liberati dal contagio della peste. Il loro Voto era consistito in un atteggiamento di conversione e di ritorno a Dio, espresso attraverso opere materiali e gesti che non sto adesso ad elencare. I nostri bambini, sollecitati dalle insegnanti di religione e dalle catechiste, stanno invocando San Rocco e la sua intercessione. Già sono parecchi i disegni e le preghiere posti in Chiesa, nel cesto accanto allo Stendardo esposto sul lato sinistro del presbiterio.
- Belle e colorate nelle città le iniziative dei canti eseguiti sui balconi, ma credo sia assai più necessario rivolgersi in Alto, con la preghiera; tanta e intensa preghiera … e bussare al cuore di Dio ricco di bontà e di misericordia. Ogni giorno celebro la Santa Messa e tutti voi sentitevi ricordati al Signore. Unitevi a me, assistendo alla Messa trasmessa dai vari canali televisivi e, non potendo fare in altro modo, fare la “COMUNIONE SPIRITUALE”.
- Un ricordo speciale per “Roberto e la sua famiglia” perché affrontino questa prova che è arrivata, nella fiducia che presto tutto si risolverà al meglio.

Dicendovi BUONA e SANTA DOMENICA, desidero farvi conoscere quanto l’Arcivescovo Mons. Nosiglia ha scritto per noi sacerdoti, nella parte finale di una sua stupenda meditazione quaresimale:
    “Il Corona virus con cui dobbiamo ogni giorno fare i conti, ci sta insegnando però qualcosa di fondamentale: una società come la nostra all’avanguardia nella tecnologia, nella medicina, nelle previsioni del futuro, nell’uso smodato dei mezzi più sofisticati per la propria felicità …  insomma una società che crede molto nelle conquiste della scienza e che ha fatto in questi ultimi anni in diversi campi del suo vissuto e se ne gloria perché sono frutto della sua potenza e grandezza ritenuta invincibile …  viene messa in ginocchio, nel caos e nella paura, da un piccolissimo virus così come è avvenuto nell’ignorante medioevo con la peste o il colera. Dove è finito tutto il progresso della scienza e della tecnica che rappresenta il nostro orgoglio e la fonte di sicurezza assoluta, se siamo stati battuti in tutto e per tutto da un insignificante organismo che ci spaventa come un mostro invincibile e ci obbliga a cambiare radicalmente la nostra vita quotidiana?
     Si le grandezze umane che sembrano assicurarci una vita bella e ricca di felicità sono come la torre di Babele che illudeva l’umanità di aver conquistato il cielo, in realtà sono solo all’apparenza invincibili perché  esaltano con orgoglio se stesse, dimenticando il detto di Gesù: “che giova all’uomo se guadagna tutto il mondo e perde se stesso?”. “E cosa potrà dare in cambio della propria anima? (Mc. 8,36). Quanti regni e nazioni o casati ricchissimi e fortissimi dal punto di vista economico e militare, quante civiltà ricche di storia e di progresso sono caduti come la torre di Babele e sono scomparsi come la neve al sole?”.
    La nostra società consumistica e gaudente, super attrezzata sul piano tecnologico sta attraversando uno dei suoi momenti più bui e difficili. Il virus che ci preoccupa tanto dovrebbe farci comprendere che la precarietà fa parte della nostra vita umana, ne è il DNA  che resta imperituro malgrado tutte le nostre capacità, ricchezza e scoperte. Ci insegna che dovremmo essere molto più umili e che la vita e la morte, il tempo e il futuro non ci appartengono e non ne siamo gli assoluti padroni, ma c’è un di più a cui dobbiamo riferirci e a cui chiedere aiuto e protezione che è Gesù, il Figlio prediletto del Padre celeste e nostro Salvatore.
    Solo il suo Vangelo che apre il nostro cuore a Dio e agli altri resisterà, perché può contare sulla sua forza divina, questa sì che è invincibile ed eterna.
    Donaci Signore il tuo amore, in te speriamo. Le parole del salmo della Messa di domenica scorsa ci accompagnino ogni giorno per nutrire la nostra preghiera ogni giorno e ricevere quella grazia che ci permette di affrontare anche le situazioni più difficili e faticose con fede e speranza.  Solo i beni spirituali del cuore che si apre a Dio e agli altri resisteranno, perché possono contare sulla sua forza divina, questa si che è invincibile ed eterna”.


Con l’affetto che tutti conoscete.
Don Franco Tonda, parroco