23/12/15

Auguri di Natale e sereno anno

Ci scrive don Claudio. (23 dicembre 2015)


S. Natale 2015 e 
nuovo anno 2016

     Ho ancora vivo il ricordo delle quaranta ore di assenza dalla Parrocchia, nel compiere un pellegrinaggio, nel quale il Signore, mi ha permesso di venerare i gloriosi corpi di alcuni santi campani, da san Gennaro, al beato Bartolo Longo, da sant’Andrea alla Madonna del S. Rosario di Pompei, nello scorso mese di agosto, insieme a cari amici.
Tra questi la gioia di pregare e di avvicinarmi, anche fisicamente, al grande santo della Misericordia, confessore, fondatore, moralista e patrono dei confessori, dottore della Chiesa: sant’Alfonso Maria de’ Liguori.
In questo anno santo della Misericordia Memore di questo dono, desidero condividere per gli auguri Natalizi, il canto "Quanno nascette Ninno", composto nel 1754.



Il testo del canto, è costituito da strofe di sette versi ciascuna, eccetto alcune che sono irregolari.
     Le prime strofe raccontano e descrivono in modo generale la nascita di Gesù e come il mondo, a causa di questo evento particolare, si trasforma.
     Le strofe che vanno dalla sei alla dieci raccontano, seguendo quanto è scritto nel Vangelo di Luca, al quale vengono aggiunti particolari fantasiosi, l’annuncio degli Angeli ai pastori, i quali, dopo esser venuti a conoscenza della nascita di Gesù, s'affrettarono ad andarlo a trovare.
     Nelle strofe seguenti viene descritta l’adorazione del Bambino in modo molto poetico e fantasioso, non molto dissimile dall'immaginazione popolare.
     Nelle strofe che seguono, il testo è in prima persona e parla di pentimento dei propri peccati e di come, nonostante i sacrifici di Gesù, si continui a peccare, seguito poi da una preghiera  rivolta alla Madonna.
     
Quando nacque il Bambino a Betlemme
era notte e pareva mezzogiorno.
Mai le Stelle luccicanti e belle
si videro così:
e la più lucente
andò a chiamare i Magi ad Oríente.

Subito si svegliarono gli uccelli
cantando in una forma tutta nuova:
pensa al grillo con gli strilli,
saltando di qua e di là;
È nato, è nato,
dicevano, il Dio, che ci ha creato.

Nonostante fosse inverno, Bambino bello,
spuntarono migliaia di rose e di fiori.
Come il fieno secco e tosto
che fu posto sotto di Te,
s'ingemmò,
e di fronde di fiori si rivestì.

In un paese che si chiama Engaddi,
fiorirono le vigne e spuntò l'uva.
Bambino mio, così saporito,
grappolino d'uva sei Tu;
che tutto amore
fai dolce la bocca, e poi ubriachi il cuore.

Non c'erano nemici per la terra,
la pecora pascolava con il leone;
con le caprette si vide
il leopardo giocare;
l'orso e il vitello
e con il lupo in pace l'agnellino.

Si rivoltò insomma tutto il Mondo,
il cielo, la terra, il mare, e tutte le genti.
Chi dormiva si sentiva
nel petto il cuore saltare
per l'allegria;
e si sognava pace e contentezza.

Guardavano le pecore i Pastori,
e un Angelo splendente più del sole
comparve e disse loro:
non vi spaventate, no!
C’è felicità e riso:
la terra è divenuta Paradiso.

Per voi oggi a Betlemme è nato
l’atteso Salvatore del Mondo.
Lo troverete, non potete sbagliarvi,
avvolto nelle fasce
e adagiato nella mangiatoia.

Milioni gli Angeli calarono
con questi si misero a cantare:
Gloria a Dio e pace in terra,
non più guerra - è nato già
il Re d'amore,
che dà allegrezza e pace a ogni cuore.

Sbatteva il cuore in petto ai Pastori;
e l'uno all'altro diceva:
Perché aspettiamo? - Presto, andiamo, ché me sento venir meno
il desiderio
che ho di vedere il Dio fattosi bimbo.

Saltando, come cervi feriti,
corsero i Pastori alla Capanna;
là trovarono Maria
con Giuseppe e la Gioia mia;
e in quel Viso
ebbero un assaggio del Paradiso.

Rimasero incantati a bocca aperta,
per tanto tempo senza dire parola;
poi fecero - lacrimando -
un sospiro per dare sfogo ai loro sentimenti.
Dal profondo del cuore
con mille gesti emisero il loro amore.

Con la scusa di offrire doni
iniziarono da accostarsi piano piano
il Bambino non li rifiutò,
li accettò e mostrò il suo gradimento,
mettendogli loro
le Mani sul capo e li benedisse.

Prendendo confidenza a poco a poco,
chiesero il permesso alla Mamma:
si mangiarono i Piedini
coi bacetti - prima, e poi
quelle Manine,
e all'ultimo il Musetto e le Guancine.

Poi assieme si misero a suonare
e a cantare con l'Angelo e Maria,
con una voce - così dolce,
che Gesù fece: ah aah...
e poi chiuse
quegli occhi aggraziati e s'addormentò.

La ninna nanna che cantarono mi pare
dovesse essere quella che ora dico.
Ma intanto - che io la canto,
immaginatevi di stare
coi Pastori
vicino al Bambino bello.

"Vieni sonno dal Cielo,
vieni e addormenta questo Bambinello;
per pietà, ché è piccino,
vieni sonno e non tardare.

Gioia bella di questo cuore,
vorrei diventare sonno,
per farti, dolce, dolce
addormentare quest'occhi belli.

Ma se Tu per esser amato
ti sei fatto Bambinello,
solo amore è quel dolce sonnellino
che può farti addormentare.

Se è così, puoi fare la nanna,
per Te quest’anima è bella e arsa.
Ti amo, ti a... uh! questa canzone
già ti ha fatto addormentare.
Ti amo, Dio, bello mio,
gioia mia, Ti amo, Ti amo.

Cantando poi e suonando i Pastori
tornarono alle mandrie un'altra vota:
ma cosa vuoi? non trovarono
più riposo nel petto:
al caro Bene
facevano ogni poco va e víeni.

L'inferno solamente e i peccatori
testardi come esso e ostinati
si misero paura,
perché nella tenebra vogliono stare
i pipistrelli,
fuggendo dal sole i bricconi.

Io pure sono un nero peccatore,
ma non voglio essere duro e ostinato.
Io non voglio più peccare,
voglio amare voglio stare
con il Bambino bello
come ci stanno il bue e l'asinello.

Bambinello mio, Tu sei sole d'amore,
fai luce e scaldi pure il peccatore
quando è tutto nero e brutto
come la pece, tanto più
lo tieni a mente,
e lo fai diventare bello e splendente.

Ma Tu mi dirai che hai pianto,
affinché piangesse pure il peccatore.
Ho torto, ahi! fossi morto
un'ora prima di peccare!
Tu m'hai amato,
e io come ringraziamento t'ho maltrattato!

A voi, occhi miei, due fontane
avrete da fare di lacrime piangendo
per lavare - per scaldare
i piedini di Gesù;
chissà che placato
non mi dica: via, che t'ho perdonato.

Beato me se ho questa fortuna!
Che mai posso più desiderare?
O Maria - Speranza mia,
mentr'io piango, prega Tu:
pensa che sei pure
divenuta madre anche dei peccatori!


     Con questi sentimenti auguro buon Natale e un sereno anno, nella gioia del Signore, con l’assicurazione della preghiera, invocando per ciascuno un fruttuoso anno in cui gustare la Misericordia di Dio.
      don Claudio, parroco
***
Sono arrivati al blog molti messaggi di auguri.
Grazie e Buon Natale