20/09/15

IL RESTAURO DELLA CAPPELLA S. PIETRO IN MELEZET

IL RESTAURO DELLA CAPPELLA S. PIETRO IN MELEZET
(relazione del progettista arch.MauroMainardi)

La dettagliata documentazione storica riscontrabile nella Carta a Misura della valle di Bardonecchia (1764/1772) indica, all’esterno dell’abitato di Melezet, un edificio religioso denominato “Oratoire de Fosse”, oggi ormai scomparso a causa delle rovinose alluvioni causate dal rio Fosse nei secoli passati.
In tale località oggi sorge una Cappella, riconducibile per stile e tipologia ai temi compositivi ispirati ai modelli neoclassici, cointitolata alla “Madonna dei sette dolori, San Pietro e San Giuseppe” rimasta inutilizzata per decenni a causa di un progressivo degrado che ha interessato inizialmente il tetto per poi estendersi alle strutture murarie, al pavimento, agli arredi e alle decorazioni in genere.
Nell’estate del 2013 sono iniziate le opere di restauro e di riqualificazione funzionale comportando un notevole impegno economico che il nostro Parroco, don Gian Paolo Di Pascale, sopporterà grazie al  contributo finanziario elargito da un sensibile e generoso benefattore.
Dagli archivi locali non sono emerse notizie o documenti sulle vicende storiche della Cappella, l’unico riferimento è la data, 1865, che si legge nell’iscrizione dipinta sul timpano della facciata, mentre qualche modesta memoria del passato si è rilevata durante i lavori.

Una prima informazione, comparsa con l’iscrizione «SIBILLE SCRISSE 22-7-1932», ci consente di datare le opere a lui attribuite: ridipintura dell’intera facciata con l’aggiunta, sotto il cornicione, dell’iscrizione in italiano «SANTA MARIA, MADRE Di DIO, PREGA PER NOI»; ciò concorda con quanto don Di Pascale ricorda di quel periodo, quando l’allora Podestà di Bardonecchia, “invitò” l’allora Parroco di Melezet a cancellare le scritte in lingua francese poste sulla facciata della Cappella di San Pietro.
Infatti con le operazioni di pulizia e consolidamento della superficie pittorica, è riaffiorata la scritta in lingua in francese: «NOTRE DAME DES SEPT DOULEURS - PRESERVEZ NOUS DE TOUS MALHEURS - NOUS REDIRONS TOUTE LA VIE - VIVE JESUS, VIVE MARIE!», iscrizione che, in accordo con la Soprintendenza preposta, è stata reintegrata per restituire unità e coerenza di lettura, “riconoscibile” anche per stile e forma, all’iscrizione visibile sul timpano.
Ulteriori elementi del passato emergono dalle indagini archeologiche effettuate dalla dott.ssa Nicoletta Cerrato D.T. Società CO.R.A. per la realizzazione del pavimento, il cui scavo ha portato alla luce un muro di fondazione accostato ad un basamento in pietra e calce dotato di un foro cilindrico di circa 20 cm. di diametro che sembrerebbe ricavato per accogliere un elemento verticale.
a sinistra: Il basamento scoperto sotto la pavimentazione.
al centro: Situazione della pavimentazione.
a destra:   Particolare del concio presente sulla facciata nord-est.
Si segnala, inoltre, il ritrovamento di quattro conci in tufo di pregevole fattura costituiti da stipiti e conci inarcati, in origine impiegati come elementi strutturali di contorno ad una apertura centinata e riutilizzati nella muratura esterna della Cappella; forse questi reperti provengono dal citato “Oratoir de Fosse”.
L’interno, in contrasto con la sobrietà dei prospetti, presenterà a lavori completati il rinnovamento dell’apparato decorativo murale, del pavimento, del rivestimento ligneo e della zona voltata che hanno  restituito e valorizzato la ricca policromia originaria.
Per questa paziente e rigorosa opera di risanamento si dà merito a quanti concorrono al suo completamento: all’impresa Marchello che ha dato prova di organizzazione, competenza e coordinamento per l’esecuzione  delle complesse fasi realizzative alle quali hanno collaborato il D.T. prof. Michelangelo Varetto del Consorzio San Luca per i restauri decorativi, Andrea Mainardi e Tripepi per gli interventi sulla boiserie i professionisti impegnati nelle diverse discipline; un particolare ringraziamento alla  soprintendenza di Torino nelle persone dell’arch. G. Bergadano Resp. Beni Architettonici e del dott. Federico Barello Resp. Beni Archeologici per la disponibilità e gli indirizzi progettuali ed esecutivi forniti.
Nell’allegare, per memoria, la fotografia con la situazione in cui versava la Cappella prima dei lavori ed in attesa che questa testimonianza della fede religiosa dei nostri avi torni a far parte del Patrimonio Architettonico Alpino, vi do appuntamento per l’imminente inaugurazione di primavera.


Arch. Mauro Mainardi