24/08/14

MELEZET (Bollettino 2013)


QUEST’ANNO A MELEZET “PRESEPE CONTADINO”
Le vacanze non hanno visto in secondo piano nessuno, né le borgate, né tanto meno enti bardonecchiesi.
La frazione di Melezet, oltre a presentarsi ai turisti con le sue piste da sci e i suggestivi addobbi natalizi, ha anche mostrato e offerto una manifestazione e un bellissimo presepe, racconta don Paolo Di Pascale,  Parroco di Melezet: «L’idea di questa nuova modalità di presepe è nata nell’autunno 2013 dai fratelli Sergio e Mario Gho, i quali hanno individuato presso varie abitazioni di paesani oggetti di uso quotidiano, non attuali e moderni, bensì utilizzati decine di anni fa dai nostri avi. Un colino per il latte, una forma per il burro, un mestolo, una falce, una zappa, cestini di diverse dimensioni, hanno preso vita e sono diventati parte del grande presepe allestito nei sotterranei della chiesa del Melezet.


Il presepe nel sotto-chiesa con la bella cancellata in ferro battuto, pregevole opera di Emiliano Roude.

Il presepe per il Natale 2013

A completare la scenografia: abbondante fieno, muschio, lana cardata, patate, pane, mele,  mais e polenta, cotta direttamente nel paiolo di rame, appeso con la catena del camino. La capanna è stata allestita  direttamente all’interno di una culla antica, tutta di legno, dove Maria, Giuseppe e Gesù, scaldato  all’asinello
e dal bue, tornano da 2013 anni, per ricordarci il gioioso e unico mistero della Natività. Una rappresentazione straordinaria che rivaluta l’utilizzo di oggetti antichi attraverso un impiego diverso, consentendoci di ricordare quanto fosse importante il loro uso nella vita quotidiana degli abitanti della montagna ».

TRAVERSÉE: UN SIÈCLE DE SKI: 1913-2013
Un’incantevole giornata di sole ha accompagnato, domenica 3 marzo, un nutrito gruppo di sciatori nella  traversata dedicata al centenario dello Sci, Modane-Bardonecchia, organizzata dal Caf, insieme ai Comuni di Bardonecchia e Modane, al Conseil Général de la Savoie, a Terra Modana e all’associazione  gemellaggio. Al di là di ciò che le foto documentano, se qualcuno avesse potuto assistere alla prima traversata, avvenuta il 10 febbraio 1913 e a quella di domenica, sarebbe certamente rimasto frastornato non solo dall’ambiente circostante, ma dall’abbigliamento tecnologico indossato dagli sciatori.
Ha ricordato le Conseiller Général Xavier Lett, anima dell’evento, che a quell’epoca gli sci erano di legno e non avevano le pelli di foca. I partecipanti erano vestiti con abiti di lana e scarponi di cuoio. Per compiere la salita, iniziata, allora a Bardonecchia, i coraggiosi sciatori avevano dovuto arrotolare agli sci delle corde. Un vero salto di qualità. Sono partiti, alle 7,30, in quarantanove, tra cui undici donne e sei italiani. Alcuni hanno
preso il via davanti al municipio di Modane, altri si sono serviti di un bus che li ha portati a Valfréjus. Da qui hanno iniziato a salire fino all’Arrondaz poi verso il Colle di Valle Stretta ed infine la discesa verso l’Italia. Al Rifugio “I Re Magi” hanno trovato un primo ristoro di bevande calde e fredde. Poi la conclusione a Pian del Colle. I primi ad arrivare sono stati due veri campioni, Laurent Copin e Laurent Novero, che hanno percorso l’intera traversata in 2 ore e 40 minuti. Poi è arrivato un italiano, Enzo Vincenti, ed infine il gruppo al completo. Presso lo Chalet dello sci di fondo l’allegra comitiva ha consumato un pasto a base di polenta, salsiccia e formaggio. Le due associazioni Gemellaggio hanno offerto rispettivamente un aperitivo (Modane) ed un dolce
(Bardonecchia). [LuisaMaletto]

LA SETTIMANA SANTA INSIEME AI BAMBINI DEL CATECHISMO
Sabato 23 marzo le due classi del catechismo di Melezet si sono ritrovate nella chiesa di Les Arnauds per partecipare alla S. Messa prefestiva in occasione della Domenica delle Palme.
Per ricordare l’ingresso di Gesù in Gerusalemme, i bambini all’inizio della celebrazione, dopo la benedizione, sono entrati in chiesa portando in mano un rametto di ulivo segno di pace, intonando il canto dell’Osanna  Eh!

L’angelo che regge la lampada del Santissimo Sacramento, copia di scultura del 1700.

Durante la celebrazione i fanciulli hanno partecipato attivamente con dei canti, lo svolgersi delle letture, il servizio all’altare. In questa occasione è stato letto il Vangelo della Passione del Signore a tre voci secondo
l’Evangelista Luca ed il tutto si è concluso intonando il Magnificat. Tutta la gente è tornata a casa portando la pace simboleggiata dai rametti di ulivo.
Nel giorno del Giovedì Santo ci siamo di nuovo radunati, questa volta nella chiesa di Melezet, per lo svolgersi della Messa della Cena del Signore, in particolare i bambini che nel mese di giugno riceveranno la loro Prima Comunione, hanno simboleggiato gli Apostoli durante il rito della lavanda dei piedi e don Paolo ha ricordato gli stessi gesti che aveva fatto Gesù prima della sua Passione.
Durante la Preghiera dei Fedeli il nostro Parroco ci ha invitati a pregare per i sacerdoti, ricordando il Sacramento dell’Ordine istituito da Gesù proprio in questa occasione.
Anche in questo giorno abbiamo cantato e servito il Signore, concludendo con l’accompagnamento del Santissimo Sacramento all’altare della reposizione.
[CristinaMainardi]

LA MESSA DI PRIMA COMUNIONE
È mercoledì, e come tutti mercoledì da ottobre ci troviamo con don Paolo nella nostra saletta del catechismo  perché, caro Gesù, in questi giorni abbiamo preparato il nostro cuore ad accoglierTi. Ma questo mercoledì sarà l’ultimo, perché domenica 2 giugno 2013, nella Tua casa per la prima volta riceveremo Te, vivo come noi, nell’Ostia Consacrata. Ecco, il 2 giugno è arrivato con un tiepido sole, e noi bimbi: BERGESIO ALESSANDRO, CIRONE MICHAEL, CORE LUCA, DUÒ LUDOVICO, GIANNINI GIULIA, GUILLAUME ANNA, MURO MATTEO, MURO SIMONE, NOSENZO NICOLÒ, PERINI VERA, RANGO MATTIA, SCANAVINO VALENTINA, SILVESTRO EDOARDO, STELLA ANDREA, VACHET GINEVRA abbiamo celebrato il nostro primo banchetto alla mensa del Signore: il Sacramento dell’Eucaristia.
 



La Messa di Prima Comunione.



La chiesa vestita a festa ci ha accolto insieme ai nostri familiari e a tutta la comunità parrocchiale: con l’impegno di tutti abbiamo dato vita ad una calorosa ed emozionante cerimonia fatta di canti, letture e un offertorio speciale per dire al Signore: “Eccoci”.
La celebrazione di questa domenica è stata per tutti ricca di emozioni e di grande gioia,ma anche,  sicuramente, spunto per riflettere su questo Santo Sacramento: forse tanti “grandi” sono tornati indietro nel tempo per ricordare quel giorno vissuto in prima persona e rinnovare così la consapevolezza che il grande amore di Gesù non ci abbandonerà mai.
Signore, aiutaci a custodirTi nel nostro cuore come un vero tesoro.

RECITA DI NATALE 2013: IL PRESEPE DI GRECCIO
È il 4 ottobre 2013, ma è anche la festa di San Francesco. Iniziamo così il nostro nuovo anno di catechismo scoprendo un piccolo uomo che è stato grande nell’amore di Dio: San Francesco.
Recita di Natale: “Il presepio di reccio”. 
[foto C. Mainardi]
Francesco, “il poverello d’Assisi”, ha lasciato tutte le sue ricchezze per vivere nella povertà. Ha amato e rispettato ogni creatura tanto da chiamarle: fratello sole, sorella luna, fratello fuoco, ecc., insegnandoci ad amare e rispettare il creato perché l’amore di Dio è sconfinato e in ogni più piccola creatura c’è il suo segno. Durante la notte di Natale del 1223, a Greccio, Francesco rievocò la nascita di Gesù, facendo la prima rappresentazione  vivente di quell’evento. Ricordando quanto fatto dal Santo tutti i bambini del catechismo delle frazioni hanno realizzato in chiesa una piccola rappresentazione raccontando e   cantando la nascita di Gesù e augurando così a tutti un sereno Santo Natale. [Laura Silvestro]


MONS. CLAUDIO IOVINE, 
PREVOSTO DI CONDOVE
Sabato 26 ottobre 2013 mons. Claudio Iovine ha fatto il suo ingresso come Prevosto di Condove. Da tempo aveva manifestato il desiderio di ritornare in Diocesi per dedicarsi al ministero pastorale, dopo gli anni di Roma, nella Congregazione per le Cause dei Santi. Lo ricordiamo con queste righe anche nel Bollettino di Melezet, perché per 12 anni è stato presente nella nostra parrocchia, nelle notte di Natale e nella celebrazione della Veglia Pasquale, sostituendo il Parroco impegnato a Savoulx, con dedizione e grande impegno nelle due significative ricorrenze, arricchendole pure con la sua parola profonda e convinta.
Gli siamo riconoscenti per questo e di cuore gli auguriamo un fecondo ministero nella grande e impegnativa parrocchia che gli è stata affidata, sperando di rivederlo in qualche nostra festa, in mezzo a noi.
Mons. Claudio Iovine fa il suo ingresso parrocchiale a Condove.

S. ANTONIO ABATE, PATRONO DI MELEZET
I cantori di Bardonecchia per S. Antonio
con il direttore Francesco Avato.
Venerdì 17 gennaio 2014, in un giorno di neve, la comunità parrocchiale di Melezet si è radunata in chiesa per onorare il suo Patrono con una S. Messa solenne presieduta da don Giorgio Nervo, Parroco di Sestriere
e Savoulx, e concelebrata con don Franco Tonda, Parroco di Bardonecchia.
Ad animare la celebrazione è intervenuta la Cantoria di Sant’Ippolito diretta da Francesco Avato, accompagnata all’armonium dal nostro Parroco don Paolo. Nel primo banco erano presenti le autorità, in rappresentanza del Comune di Bardonecchia e del Consorzio Assomont di Melezet.
Come ogni anno, in occasione di questa festività, sono state portate in chiesa una reliquia di Sant’Antonio Abate e la preziosa e antica statua del santo, venerata nei secoli dalla comunità.
Durante l’omelia, ricca di riflessioni, si è ricordata la chiamata di questo santo a servire il Signore, avvenuta dopo la perdita dei suoi cari, in un giorno in cui si stava proclamando il Vangelo di Matteo al capitolo 19; ad Antonio parve che quel passo fosse stato letto proprio per sé e comprese il senso della sua vita.
Nel Vangelo, Gesù risponde al giovane ricco che gli ha chiesto cosa doveva fare di buono per ottenere la vita eterna: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». Così Antonio decise di vendere i suoi beni, donando il ricavato in parte ai poveri e in parte alla sorella, affidandosi totalmente alla provvidenza, si ritirò in solitudine, a stretto contatto con Dio, e si dedicò al lavoro, alla preghiera e alla lettura delle Sacre Scritture.
Anche noi, ispirandoci al nostro Santo Patrono, potremmo sforzarci di apprezzare di più il presente, con maggiore distacco dai beni materiali, mettendo nelle mani della provvidenza il nostro domani.
Al termine della funzione religiosa l’Assomont ha offerto nella sua sede un generoso rinfresco per continuare questo giorno di festa. [Cristina]

RICORDO DI CLEMENTINA ALLEMAND VED. NUVOLONE
In occasione della Messa di trigesima di mamma, don Paolo mi ha chiesto di scrivere due righe per il Bollettino, per parlare di lei e condividere insieme a voi il suo ricordo. Da quella data è trascorso quasi un mese e devo dire che non è stato facile riuscire a fermare i pensieri, radunarli e mettere da parte la tristezza per cercare di far affiorare i ricordi di una mamma sempre presente e positiva. Mamma Clementina è nata a Melezet il 17 ottobre del 1930, quinta di sei fratelli, è cresciuta orfana del papà dall’età di 6 anni con la famiglia nella casa della Pëîramdëlha.
Varie vicissitudini hanno segnato i primi anni della sua vita: la perdita di due fratelli in giovane età, quella del papà, la guerra vissuta in età adolescenziale con i bombardamenti, i soldati tedeschi in paese e lo sfollamento a Carpignano Sesia. Infatti, con alcuni fratelli, era stata costretta, per ragioni di sicurezza, ad andare via dal suo paese. Erano stati ospitati da una famiglia di Carpignano e avevano fatto amicizia con i figli: Irma, Ilda e Renato.
Mamma li ha sempre descritti come molto ospitali, gentili e simpatici; un bel gruppetto con cui andare a caccia di rane, nelle risaie nei pressi del paese.
In quei giorni, nonna Susanna, era rimasta a casa con la figlia Ernestina e mamma al rientro aveva avuto la brutta notizia che la sorella era deceduta.
Sicuramente non deve essere stato facile crescere in quegli anni quando, a suo dire, spesso il pranzo era costituito da un po’ di latte munto dalle mucche al pascolo, mescolato a frutti di bosco, raccolti sul momento; il letto era un po’ di paglia coperto da un lenzuolo ruvido, gli abiti erano leggeri e sempre gli stessi.
Anche l’acquisto di un cappotto, con i primi soldi guadagnati facendo le pulizie in una casa di “signori” di Bardonecchia, è stato una grande conquista, come la bicicletta che il Parroco, don Francesco Masset, le aveva regalato per scendere nel capoluogo a svolgere il suo lavoro.
Da quello che mi hanno detto, mamma e papà si sono fidanzati nel 1955 circa e tre anni dopo si sono  posati, sempre a Melezet.
Il matrimonio di Gildo Nuvolone con Clementina Allemand (10 maggio 1958)

Nel 1961 è arrivato mio fratello e alcuni anni dopo sono stati ingaggiati dalle Ferrovie dello Stato come guardiani del bacino posto sopra Bardonecchia e da tutti definito “Paradiso”. Penso che quegli anni siano stati, per la piccola famiglia, una bella avventura: in pratica erano isolati dal paese, ma sempre in mezzo a parenti e ad amici, che volentieri salivano con il carrello per far loro visita. Nel 1968, cambiata la situazione lavorativa, sono tornati a Melezet (nel gruppo di case definito Elfun) e poco dopo, sono arrivata io. In quel periodo hanno iniziato la ristrutturazione di una nuova casa, tra molte fatiche, e mamma – pur avendo due figli da crescere, la campagna da seguire, i campi di patate, gli orti, il fieno per le pecore e i consueti lavori invernali in preparazione di quelli estivi – è sempre riuscita a dedicare tempo agli altri.
Ho tanti ricordi in cui i nostri compaesani venivano a cercarla per fare un’iniezione, una medicazione, o per assistere qualcuno prossimo al trapasso. Mamma era sempre disponibile, con un sorriso e una parola di conforto, spesso accompagnati da una tazza di caffè bollente e due biscotti.
Quando invitavo le mie amiche per studiare, erano certe che a casa mia c’era sempre una torta appena sfornata per la merenda e quando, a Natale, con Romano, allestivamo l’albero e il presepe, il suo incarico principale era cuocerci la cioccolata, rigorosamente preparata con latte, polvere di cacao, zucchero e farina... non so come facesse, ma era ottima.
Altro che bustine già pronte!
Ricordo che mamma andava spesso a pulire la chiesa con le altre donne del paese, la ricordo ad assistere i genitori di don Edoardo nei momenti di difficoltà con la salute, a sistemare con Anastasia e Carmela i coprialtare e gli abiti talari.
In chiesa aveva sempre una parola e un saluto per i “villeggianti” che partecipavano alla Messa: li conosceva quasi tutti! Insomma, era sempre presente e la mia sensazione è che abbia trascorso la sua vita in paese, silenziosamente come persona, ma rumorosamente con le azioni. Cinquant’anni di matrimonio con papà sono stati tanti e da quando è mancato lui, nel 2008, a mamma è mancata una parte di vita, da lì il suo entusiasmo non è più stato tale. È un po’ come se si fosse arresa, fino a che, il 21 ottobre di quest’anno, ha deciso che era meglio stare accanto a lui, per parlare patois e vedere insieme il meraviglioso spettacolo delle nostre montagne.

Chissà se anche lì gli prepara il caffè alle tre di notte e glielo porta, svegliandolo, per berlo insieme. [Wanda Nuvolone]