01/08/14

I BOLLETTINI PARROCCHIALI - 70 anni di Storia

Dal 1944 all'anno in corso

Tutti i Bollettini di Bardonecchia, riprodotti integralmente, sono disponibili nel Blog 
alla pagina:

n.b: A partire dal 2005 sono pubblicate solo ampie selezioni di articoli


I bollettini degli anni '40
(c'è anche "L'angelo della Famiglia"
 del 1944)
..e quelli degli anni '90



Nel Bollettino del 50° anno (1997) così scriveva don Paolo Di Pascale:


50 ANNI DI VITA E DI STORIA

DI BARDONECCHIA NELLE PAGINE DEL SUO BOLLETTINO

Nel 1987, ricorrendo il 40° del Bollettino "Bardonecchia", pubblicazione della Parrocchia di S.Ippolito, avevo curato una rassegna di numeri allora usciti, 43 in tutto, rassegna piuttosto approfondita che si era prolungata per ben 4 numeri.
Non posso ora evidentemente ripetermi, ma cercherò in questo numero commemorativo del 50°, data quanto mai significativa, di individuare qualche elemento caratteristico di questa pubblicazione che ormai abbraccia mezzo secolo di vita della nostra cittadina.
Il primo numero uscì nel marzo 1947, pochi mesi dopo l'ingresso parrocchiale di don Francesco Bellando,che era avvenuto il 6 ottobre 1946.

Veramente il bollettino parrocchiale era già stato pubblicato negli anni del ministero di don Eulalio Coda, cioè prima della ultima guerra, con il titolo: "L'Angelo della famiglia", ma di questo non è rimasto traccia nell'archivio parrocchiale e forse non possiamo dolercene troppo, perché ricordo bene di averne avuto in mano una copia che comprendeva unicamente l'orario delle Messe, le offerte e l'orario ferroviario della linea Bardonecchia - Torino, come parte propria, mentre le altre pagine avevano commenti al Vangelo e notizie edificanti, come era solito nelle pubblicazioni del tempo. È quindi solo dal marzo 1947 che possiamo segnare la nascita del Bollettino "Bardonecchia" che, nell'arco di questi 50 anni è stato fedele ogni anno (i primi numeri avevano cadenza semestrale) per dare un quadro completo della vita religiosa e civica del nostro paese, spezzando la linea comune agli altri bollettini parrocchiali.
Il 1 ° numero constava di poche pagine, solo 8 in tutto, e oltre alla cronaca della cerimonia di ingresso di don Bellando, conteneva nella lettera del nuovo parroco le linee che avrebbero guidato il suo ministero. Particolarmente importante la frase di chiusura del breve scritto: "In queste parole che vi rivolgo attraverso le pagine del Bollettino Parrocchiale, vogliate sentire il tormento della mia anima per tutti voi, grandi e piccoli, il mio richiamo accorato e la mia speranza per il bene delle vostre anime e della nostra cara Bardonecchia di cui un giorno dovrò rendere conto a Dio".
Queste parole, rilette a 50 anni di distanza ci dicono come fu fedele all'impegno proposto ed alla responsabilità che profondamente sentiva.
La copertina riproduceva la facciata della Chiesa di S. Ippolito come si presentava a quel tempo, con decorazioni a finte pietre e strisce laterali al portone centrale, mentre il campanile aveva ancora l'orribile cupolino in cemento armato, costruito negli anni '20 in sostituzione della copertura a letto dei tempi di don Vachet.
Questa copertina rimase immutata fino all'ottobre 1951, sostituita poi con una bella litografia di Rosamaria Ferrero e in seguito le copertine cambieranno ogni numero con riproduzioni della chiesa, delle sue opere d'arte, con montaggi fotografici, è solo di questi ultimi anni la comparsa del colore nella copertina del bollettino.
Sin dal 2° numero, dal febbraio 1948, compare il ripristino delle antiche tradizioni per la festa patronale di S. Ippolito, con i Priori e i due paggetti che recanti la punta di pino ornata di nastri multicolori, il "Chanté" ora caduto nuovamente in disuso: segno di un ritorno alla vita del paese, particolarmente importante dopo gli anni dolorosi della guerra, dopo l'occupazione e le rovine che ne avevano minato il volto e non solo quello materiale.
Nello stesso numero compare una lettera dell'Avv. Carlo Suspize, inizio di articoli che negli anni successivi tratteranno della storia di Bardonecchia, concretizzandosi anche nella pubblicazione di alcuni Volumetti, per cui questa storia allora negletta è oggi ampiamente divulgata e magari alcuni autori saccheggiano a piene mani quello che era stato allora frutto di pazienti ricerche.
Inizia pure il ricordo delle persone che ci hanno lasciato: quante figure passate e ormai sconosciute ai più! Il Bollettino le ha sempre ricordate con i cenni essenziali della loro vita, da quelle che hanno avuto cariche di responsabilità e si sono rese benemerite dello sviluppo di Bardonecchia, a quelle umili agli occhi degli uomini, che hanno consumato la loro semplice esistenza nella famiglia e nel lavoro. La ricerca e il ripristino delle antiche tradizioni era volta a segnare più profondamente le radici di un paese che aveva conosciuto e continuamente conosceva una forte immigrazione e rischiava di perdere questi tratti originali della sua storia. Così il Bollettino si fa promotore ed eco del restauro delle Cappelle di montagna, di cui vengono ripristinale le feste titolari, tutte e nel bel mezzo dell'estate, sino all'iniziativa di questi ultimi anni di recarsi ad ognuna in processione, con opportune soste, non solo per la preghiera e la contemplazione, ma anche per dare ad ognuno la possibilità di giungere alla meta ... Le grandi iniziative spirituali: le Ss. Missioni, gli esercizi spirituali annuali in Quaresima, le giornate di ritiro per i villeggianti ... per accennare solo alle principali che trovano nel Bollettino l'annuncio e la cronaca dello svolgimento. Così le Visite pastorali dei Vescovi succedutisi sulla Cattedra di San Giusto: da mons. Umberto Ugliengo e mons. Giuseppe Garneri al Vescovo attuale, mons. Vittorio Bernardelto.
La Chiesa di Sant'Ippolito che mons. Bellando aveva ricevuta in condizioni precarie per i danni della guerra (era stala colpita anche da un cannoneggiamento) avrà le sue cure per gli opportuni restauri, l'abbellimento costante, l'ampliamento con le due cappelle laterali compiuto nel 1964 e l'adattamento del presbiterio alle nuove direttive del Concilio Vaticano II. Anche i due campanili avranno le loro cure: quello romanico, unico monumento antico giunto intatto sino ai nostri giorni, sarà restaurato con la riapertura delle bifore murate e la nuova copertura, mentre il campanile di don Vachet sarà reso più aderente allo stile della chiesa e all'ambiente montano con la slanciata guglia di rame, di tutti questi lavori i numeri del Bollettino sono fedele testimonianza, anche con la documentazione fotografica, non solo per ricordare quanto sia stato fatto, ma anche perché non ne vada superficialmente perduta la memoria.
Non finiremmo più di ricordare! Però, fedeli all'impegno propostoci, dobbiamo concludere. E lo faremo dando uno sguardo agli ultimi numeri del Bollettino pubblicati da mons. Bellando, che certamente sono ancora presenti al ricordo di tutti i lettori non distratti.
Nel Bollettino del 1991, dopo la lettera del parroco che parla della lede. sovente messa alla prova dal sibilo dei venti e delle tempeste contrarie, compare un trafiletto che reca la notizia del grave malore che ha colpito mons. Bellando mentre si trovava a Roma. L'emorragia cerebrale si rivelerà molto grave, farà temere per la sua vita e richiederà lunghi mesi di cure e di assenza dalla parroccchia. Il Bollettino però era già stato compilalo da lui e verrà così pubblicato.
Nel marzo 1992 esce ancora il Bollettino e lo stesso mons. Bellando rende pubblicamente grazie al Signore che lo ha restituito al suo posto di lavoro: "Mai come ora mi sono sembrate così vere quelle parale: - La preghiera accompagnata dal sacrificio può ottenere tutto da Dio, anche i miracoli ". Questo numero, il 45° della serie, riporta ancora fatti lieti e dolorosi della vita di Bardonecchia, assieme ad altri eventi, come la storica visita del Papa a Susa. Tutto nella parrocchia ha ripreso il suo ritmo consueto, ma il 7 ottobre dello stesso anno il Signore chiama a Sé mons. Bellando che conclude così 46 anni di ministero pastorale a Bardonecchia: una vita, una dedizione, una fedeltà incomparabili. I 50 anni del Bollettino ne sono una piccola testimonianza, mentre don Franco Tonda, dal 1993, ne ha ricevuto la consegna e il Bollettino di Bardonecchia anche con lui è ancora testimone di una vita che prosegue nella fedeltà alle tradizioni più vive e nel necessario adeguarti ai tempi che velocemente sì evolvono.

don G. Paolo Di Pascale