14/09/13

Festa patronale di S. Ippolito - e la Croce ritrovata (bollettino 2012)


I Priori di Sant’Ippolito Francesco Portulano e Renata Bompard
Piacenza mostrano la preziosa Croce che venne trafugata nella
notte del 26 maggio 1971. [foto A. Bosco]

È stata una festa di Sant’Ippolito con un sapore tutto particolare quella vissuta lunedì 13 agosto. Ogni anno la patronale è occasione di richiamo e momento per rinnovare le tradizioni, con il ritorno in paese di tanti che vivono altrove. Vi è la partecipazione del Gruppo storico coordinato da Gabriella Gallizio Franzini, del Gruppo dei Sartò con Renato Frisiero e Laura Moretti Major Prime, del Gemellaggio Bardonecchia-Modane-Fournoux, ed è una ricorrenza anche per i volontari del Soccorso Alpino e dello speciale nucleo della Guardia di Finanza che chiudono la celebrazione in onore del patrono con le loro esercitazioni calandosi dal campanile con le corde e gli attrezzi benedetti dal Vescovo nel corso della Santa Messa.
In questa cornice si sono inseriti quest’anno due eventi unici: il ritorno in chiesa dell’antica croce processionale d’argento, trafugata nella notte del 26 marzo 1971 (cfr. Bollettino 1971) e l’intitolazione della piazza della chiesa a mons. Francesco Bellando, a vent’anni dalla sua scomparsa.




Dopo 41 anni di assenza l’antica Croce è finalmente
tornata a casa! [foto L. Piacenza]
«L’antica croce è stata ritrovata nel corso di una perquisizione effettuata dai Carabinieri del Nucleo per la tutela del patrimonio culturale di Roma (T.P.C.). L’indagine era iniziata nello scorso mese di febbraio, con il controllo di una casa d’aste romana, nell’ambito delle attività preventive e repressive a tutela del patrimonio culturale nazionale e volte al contrasto delle azioni delittuose dei cosiddetti ladri d’arte. Le prime verifiche tramite la banca dati dei beni culturali illecitamente sottratte del Comando Carabinieri T.P.C., hanno consentito di bloccare 11 dipinti che sarebbero stati battuti all’asta poiché individuati quali proventi di un furto commesso nel 1971 ai danni di una villa privata della Capitale. Le successive attività di indagine svolte a carico della persona che ha posto in vendita le opere hanno consentito il recupero di altri 26 dipinti (per un totale di 37 su 42 rubati) tutti provenienti dal medesimo furto. Si tratta di opere di epoca compresa tra il 13º e il 19º sec., tra cui dipinti attribuiti a noti maestri quali Rubens, Guido Reni, Luca Giordano, Salvator Rosa, Antoon Van Dyck, Nicolas Poussin ed anche tre tavole a fondo oro del 13º e 14º sec. E proprio nell’abitazione-museo dell’indagata, una ricca ereditiera romana, è stata rinvenuta la Croce processionale di Bardonecchia, custodita con cura insieme al resto delle opere avute in eredità dal defunto padre.
La croce processionale in argento sbalzato, cesellato, inciso e parzialmente dorato, è un magnifico esempio di oreficeria tardo gotica, datata sull’impugnatura 1432 (la data precisa di esecuzione, allo stato attuale, è dibattuta tra le cifre in caratteri romani leggibili sull’impugnatura: 1432, e la data riportata dal prof. Giovanni Romano nel suo articolo pubblicato in “Valle di Susa arte e storia - dall’XI al XVIII sec.”, a pag. 5, dove è proposta la data del 1413, probabilmente dedotta dalla punzonatura) e assegnabile ad una bottega orafa piemontese (forse anche francese).
È realizzata in argento sbalzato, cesellato, inciso e parzialmente dorato, applicato con chiodi ad un’anima di legno; i bracci con incrocio potenziato da un elemento quadrangolare, hanno terminazioni polilobe con sferette a spicchi; il nodo è in rame dorato, con placchette in smalto. Le figure, realizzate a sbalzo e applicate sul fondo liscio, sono distribuite secondo l’iconografia tradizionale, con il Crocifisso a capo chino e i fianchi cinti posto all’incrocio dei bracci, tra l’Addolorata, a sinistra, e San Giovanni Evangelista, a destra, entrambi presentati a figura intera, in ginocchio; in alto vi sono il Redentore e, in basso, il Cristo risorto che esce dal sepolcro. Sul verso, al centro, è raffigurato l’Agnus Dei, mentre nelle quattro terminazioni ci sono i simboli degli Evangelisti: l’aquila (Giovanni), il toro (Luca), il leone (Marco), l’angelo (Matteo) ciascuno recante un cartiglio col nome; negli spazi liberi da figure, sono applicati elementi vegetali. Il nodo, coevo e probabilmente originale, è a sfera schiacciata con rilievi a losanghe, con sei placchette quadrangolari in smalto con figure, probabilmente riferentesi a Gesù Risorto, San Giovanni Battista, vari Santi ancora da identificare, e stemma di Bardonecchia» (1).
Il cap. Corrado Catesi, accompagnato dal brig. Mastroianni, compie il rito della riconsegna della Croce all’inizio della celebrazione, ponendola nelle mani dei Priori di S. Ippolito Francesco Portulano e Renata Bompard Piacenza. Non erano presenti, purtroppo, i Vice Priori coniugi Guido Ambrois e Maria Luisa Tornone, a motivo di un inatteso ricovero ospedaliero subito dalla Vice Priora, alla quale auguriamo pronta e completa guarigione!, e quindi al Vescovo e al Parroco. È il Vescovo Mons. Alfonso Badini Confalonieri a rivolgere parole di elogio al Nucleo T.P.C. dei Carabinieri per il lavoro compiuto, consegnando a nome della Parrocchia, come segno di riconoscenza, una preziosa scultura “Grappolo scuola di Melezet”, opera di Angelo Vachet. Successivamente è il Sindaco dott. Borgis a prendere la parola e a consegnare a nome dell’Amministrazione da lui presieduta una targa ricordo.

Sacerdoti, ministranti e chierichetti in attesa dell’arrivo del Vescovo. [foto E. Allia]

Il generale dott. Pasquale Lavacca, Comandante della Legione Carabinieri del Piemonte e Valle d’Aosta. [foto E. Allia]






Mons. Vescovo con le autorità militari.
[foto S. Zatta]
Con le altre autorità sono presenti il generale dott. Pasquale Lavacca Comandante della Legione Piemonte e Valle d’Aosta; il cap. Guido Barbieri Comandante Carabinieri N.T.P. di Torino, il cap. Piermarco Borettaz della Compagnia di Susa e il m.llo Aldo Radaelli Comandante della Stazione Carabinieri di Bardonecchia,
oltre al dott. Francesco Destro commissario di P.S., il lg.ten. Enzo Cicchini della Guardia di Finanza, il t.col. Giovanni Gubitosi della Base Logistica, numerosi Sindaci, la dott.ssa Valeria Moratti della Soprintendenza e una ventina di sacerdoti a concelebrare la Santa Messa.
La restituzione del bene è avvenuta in tempi così rapidi dalla data del ritrovamento e dal necessario dissequestro, grazie a un febbrile lavoro burocratico compiuto e snellito dal N.T.P. di Roma, comandato dal col. Mancino, ed anche al m.llo Calogero Gliozzo che ha seguito personalmente la pratica, al s.ten. Silvio Medail e a mons. Claudio Jovine.


Oggi è l’antica Croce del 1432 ad essere ammirata e fotografata. [foto E. Allia]









La Croce ha bisogno di restauro: poi tornerà a splendere stupendamente! [foto E. Allia]

La consegna della Croce processionale, dopo 41 anni dal suo trafugamento, ha avuto ampia eco sui vari mezzi di comunicazione: “La Stampa”, “Cronaca qui”, “La Valsusa”, “Luna Nuova”, “Le Dauphiné” e con un servizio andato in onda su “Rai3” al TG regionale del Piemonte.
Al termine del rito, magistralmente animato dalla Cantoria parrocchiale e dai numerosi ministranti diretti dal chierico Andrea Penna, sulla piazza, il Vescovo Mons. Badini Confalonieri e il Sindaco dott. Borgis, hanno scoperto la targa con la quale, da oggi in poi, sarà così intitolata: «Piazza Mons. Francesco Bellando - già Piazza Vittorio Veneto». Il Sindaco, riferendosi alla recente delibera di Giunta approvata dalla Prefettura di Torino, ha consegnato alla storia il ricordo di mons. Bellando, Parroco dal 1946 al 1992. (A questo riguardo si rimanda ad altro articolo presente sul Bollettino).
La mattinata si è conclusa allietata dalle note della Banda Musicale Alta Valsusa, con un aperitivo d’onore offerto dal Comune all’hotel Genzianella.

Nel primo banco: dott. Roberto Borgis, Sindaco di Bardonecchia; dott. Pasquale Lavacca, generale dei Carabinieri; dott. Sandro Plano, Presidente della Comunità Montana; dott. Mino Giachino, Sottosegretario di Stato ai Trasporti; il Sindaco di Modane. [foto E. Allia]







Il cap. Corrado Catesi del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri. [foto E. Allia]

Nel pomeriggio: giochi per i bambini organizzati da numerosi volontari coordinati dalla Pro Loco; a cena la polentata predisposta dal Gruppo Alpini e, in tarda serata, gli stupendi fuochi artificiali chiudono una giornata ricca di festa e sicuramente destinata a entrare nei ricordi storici di Bardonecchia.

Danilo Calonghi





L’ATTENZIONE DEI MEDIA PER LA “CROCE RITROVATA”
Chi frequenta con assiduità la chiesa parrocchiale di Sant’Ippolito ben conosce con quanta cura vengono preparate le sacre funzioni, da quelle più importanti come la Festa patronale del Santo Martire Ippolito – giovane soldato della Legione Tebea – a quelle apparentemente meno solenni celebrate lassù tra le montagne, nelle Cappelle di Bardonecchia. Persino S.Em. il Cardinale Angelo Sodano, Decano del Collegio Cardinalizio, che presiedette in S. Ippolito, lunedì 19 luglio 2012, una Concelebrazione in occasione del 60.mo di fondazione della Casa astigiana “Porta paradisi”, esclamò a microfoni ancora accesi: «Qui fate le cerimonie più solenni che a San Pietro!».
Quest’anno però, anche i media maggiori (televisione e carta stampata), quelli cioè che generalmente tengono un certo distacco dalle cose di Chiesa e magari intervengono nelle vicende ecclesiali soltanto al verificarsi di scandali o presunti scandali messi su da chissà quale potere; ebbene, quest’anno – dicevamo – i mezzi di informazione maggiori, hanno seguito con attenzione lo svolgimento della cerimonia.
Motivo, o meglio, motivi di questa attenzione sono stati essenzialmente due: il ritrovamento, da parte dell’Arma dei Carabinieri di Roma, di un crocifisso processionale del 1400, trafugato da S. Ippolito oltre 40 anni fa, e l’intitolazione della piazza della chiesa, da parte del Comune, al Parroco mons. Bellando.
Abbiamo pensato di riportare qui di seguito i testi delle cronache prodotte dal servizio andato in onda su “Rai3” e quello apparso su “La Stampa”, a favore dei lettori del Bollettino parrocchiale e soprattutto per coloro che, per varie ragioni, non hanno udito e letto tali cronache o non hanno potuto partecipare alla Festa Patronale del 2012.
Stefano Masino, giornalista astigiano

Il dott. Borgis ringrazia l’Arma per l’ottimo lavoro compiuto. [foto G. Alimento]







Il Vescovo con i sacerdoti nell’antico Coro del XV sec. [foto E. Allia]




Una bella visione della chiesa alla S. Messa Patronale. [foto S. Balsamo]



Processione offertoriale con i doni da presentare al Vescovo, accompagnata dal cerimoniere Stefano Grassi.
[foto E. Allia]

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«La Croce ritrovata» - servizio di Franca De Paoli (TGR Rai3 Piemonte del 13 agosto 2012 - edizione delle ore 19,30)

Affollatissima festa patronale a Bardonecchia anche per il ritorno di una preziosa croce del Quattrocento rubata 41 anni fa e ritrovata dai Carabinieri a Roma.
«Di null’altro mai ci glorieremo se non della Croce
di Gesù Cristo, nostro Signore ... per mezzo di lui
siamo stati salvati e liberati» (dalla Liturgia).
[foto E. Allia]
La Banda, tutto il paese, tutti i villeggianti, rappresentanze civili e religiose, militari; c’è davvero tutta Bardonecchia e tutti i turisti che attorno a Bardonecchia gravitano alla festa del Patrono Sant’Ippolito, quest’anno resa ancora più importante dal ritorno di una preziosa croce processionale del 1400 rubata – pensate – 41 anni fa, ritrovata a Roma e a Bardonecchia riportata, sotto scorta, giusto in tempo per la celebrazione della grande S. Messa cantata per la festa, oggi, del Patrono.
«Ma voi venite da Roma?», domanda la cronista della Rai al cap. Corrado Catesi della T.P. di Roma. «Esattamente. Dovevamo trasportare sino a qui il crocifisso, che doveva ovviamente essere scortato, in quanto sotto sequestro sino a ieri sera. Un bene culturale; difficile dare un valore economico, specialmente quando lo abbiamo visto oggi dall’affluenza in chiesa, è un oggetto molto importante».
«E questa mattina – spiega il Parroco don Franco Tonda –, vari uomini del paese si sono avvicinati con commozione, ricordandosi di quando la portavano in processione e a tutti i funerali».
Poi tutti a naso all’insù per le dimostrazioni delle guide del Soccorso Alpino e della Guardia di Finanza, che ogni anno si calano con le corde direttamente dal campanile e ...che la festa cominci: c’è da mangiare, da bere, da ballare, da cantare, da comprare, da vendere, da correre nei prati, ma soprattutto ci sono aria frizzantina e sole splendente per tutti.
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«La Croce rubata 41 anni fa è tornata nella sua chiesa»
di Amedeo Calcagno
(da “La Stampa” del 14 agosto 2012, edizione di Torino e provincia, pag. 54)
Dopo 41 anni un’antica croce processionale del Quattrocento che era stata rubata negli anni ’70 nella chiesa di Sant’Ippolito, ha fatto ritorno a casa. È stata restituita ieri, dai Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Artistico, alla presenza del Vescovo di Susa, Mons. Alfonso

Il Gruppo Storico coordinato da Graziella Franzini Gallizio. [foto E. Allia]

«Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli» (Mt 18,5).
[foto A. Bosco]



È il Vescovo, usando il pastorale, a scoprire
la targa di intitolazione della piazza a
mons. Bellando. [foto A. Bosco]
Badini Confalonieri, a don Franco Tonda Parroco della chiesa da dove era stata trafugata la sera del 26 marzo 1971. Ad accogliere la pregiata croce c’era l’intera comunità della “Perla delle Alpi”, che insieme a centinaia di turisti, hanno festeggiato sulla piazza antistante la chiesa l’arrivo della preziosa croce che
attendevano da tempo.
«Al di là della bellezza e del valore dell’oggetto, giudicato di straordinario pregio dalla stessa  soprintendenza – ribadisce il Vescovo di Susa Alfonso Badini Confalonieri – è stata la Provvidenza a fare tornare questo antico e prezioso oggetto sacro a Bardonecchia.
Proprio in questi giorni, infatti, stiamo ricordando mons. Francesco Bellando, custode per tanti anni della chiesa di S. Ippolito, al quale oggi dedichiamo la piazza antistante la chiesa, che è scomparso vent’anni fa».
L’importante manufatto in argento antico è stato ritrovato in una villa di un facoltoso appassionato d’arte, collezionista di opere d’arte e deceduto da poco. La croce – conservata dentro una cassapanca – è stata a scoperta nel corso di un’indagine partita da alcuni controlli su dipinti di dubbia provenienza messi in  vendita dagli eredi in una nota casa d’aste. La croce, forgiata da un orafo piemontese del XV sec., è solo uno dei pezzi di grande valore storico ritrovati dai Carabinieri durante questa operazione. E sono ancora in corso indagini per scoprire chi aveva venduto al collezionista i pezzi di dubbia provenienza ritrovati nella villa.
Dopo il riconoscimento della croce da parte degli esperti – e grazie anche all’aiuto di alcune fotografie conservate in parrocchia a Bardonecchia dal Parroco don Franco Tonda –, le ricerche sull’origine di quella croce hanno imboccato la giusta strada. La testimonianza di mons. Claudio Iovine, da tempo a Roma, e che da giovane aveva visto la Croce, ha impresso la svolta definitiva all’indagine. Culminata con il dissequestro del bene e l’autorizzazione da parte della Magistratura alla restituzione dell’oggetto sacro.
«Dopo 41 anni – sorride il Sindaco Roberto Borgis – e in un momento in cui non si pensava più di ritrovarla, è arrivata la lieta notizia. Siamo più che felici che questo importante e sacro oggetto abbia fatto ritorno a casa».
Conclude il Sindaco: «È innegabile che per noi, oggi, è una giornata di grande festa. Una di quelle giornate che, per la nostra comunità, passeranno sicuramente alla storia».
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– Il testo degli altri articoli pubblicati in merito al ritrovamento della croce si possono trovare in: “Le Dauphiné libere”, del 12 agosto 2012, pag. 12, di Luisa Maletto; “Le Dauphiné libere”, del 23 agosto 2012, pag. 9, di Luisa Maletto; “Cronaca qui”, del 10 agosto 2012, pag. 18, di Carlotta Rocci; “La Valsusa”, del 26 luglio 2012, pag. 1 e pag. 16, di Maria Teresa Vivino; “La Valsusa”, del 6 settembre 2012, pag. 16, di Maria Teresa Vivino; “Luna Nuova”, del 31 agosto 2012, pag. 58, di Danilo Calonghi.




I giochi di S. Ippolito in Borgovecchio. [foto S. Zatta]



I proventi del “Pozzo di S. Ippolito” sono destinati ai restauri del Chaffaux. [foto S. Zatta]






Non è facile pescare quei tappi... non sono pesci! [foto S. Zatta]


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