30/04/15

Le confraternite di Bardonecchia

(revisione del 1 agosto 2016)
Le confraternite di Bardonecchia
(a cura di Guido Ambrois)


Le Confraternite, associazioni di laici con scopi principalmente religiosi ma anche con una valenza civile, risalgono agli albori del secondo millennio. Non essendovi a quei tempi la distinzione attuale tra parrocchia e comune, sovente le riunioni dei confratelli, assolto lo scopo iniziale di devozione e di opere di pietà, diventavano luoghi di deliberazione collettiva per quanto necessario alla comunità. I membri delle Confraternite erano impegnati al mutuo soccorso in caso di calamità, epidemie od altri eventi, alla sovvenzione dei poveri, ma anche alla difesa di interessi materiali relativi alla collettività.
Successivamente al Concilio di Trento, nacquero numerose associazioni religiose che si aggiunsero a quelle già esistenti. A differenza delle precedenti, essendosi nel frattempo creata una organizzazione comunale, avevano esclusivamente un carattere religioso con intento di recitare assieme delle preghiere e di effettuare opere di solidarietà. Le congregazioni eleggevano la loro sede sia in proprie cappelle sia presso altari laterali della chiesa parrocchiale.
A seguito di donazioni o lasciti, le confraternite potevano disporre di alcune rendite, certamente non cospicue. Il Prevosto d’Oulx Bernard Jertoux, nella relazione di una visita pastorale del 1584, scrive:
“Il reddito di cui la confraternita può usufruire consiste in alcuni quantitativi di grano o di vino, nel possesso di piccole pezze di prato o di campo, a volte in denaro. Tutto questo viene distribuito ai poveri e quel che rimane diviso tra i confratelli”.
I membri delle confraternite si distinsero sempre nell’assistenza durante  calamità naturali, i disastri provocati dalle guerre, le carestie e le pesti, a cominciare da quella degli anni 1347-48 a quella devastante del 1630, e per fronteggiare l’epidemia di colera del 1865.
Prima per fondazione è la Confraternita dello Spirito Santo. Carlo Cipolla nel libro “Monumenta Novaliciensa Vetustoria” riferisce di sedici confraternite esistenti in val di Susa nel 1100 che pagavano tributi all’Abbazia di Novalesa; tra queste la “Confrairie du Saint Esprit” di Bardonecchia. Purtroppo di questa Confraternita rimane un solo documento risalente al 1594 ed è un rendiconto d’incassi e pagamenti. Reca il titolo:
« Confrairie du St. Esprit de Bardonnesche. Parcelle de la Confrairie du St. Esprit ».
La Confraternita di Sant’Ippolito risale probabilmente al secolo XIII. Di essa ci è pervenuto un libro che copre il periodo dal 1458 al 1692. E’ il documento più antico presente negli archivi parrocchiali. Il volume, rilegato con una pergamena, recuperata probabilmente da un atto notarile e rinforzata con alcune pagine a stampa sovrapposte, è scritto a mano, parte in latino con scrittura notarile e con alcune iniziali miniate, parte in francese. Il testo inizia con le norme che i confratelli si erano imposti:
In nomine Domini - Incipit summarium capitolorum Ordinatiomnis ac totius Regulae veteris et moderne …… Confratrie Sancti Hyppoliti Martiris”.
Otre agli statuti, riporta anno per anno gli elenchi degli iscritti ed alcune annotazioni di contabilità e di lasciti ricevuti. 
Le notizie riguardanti la Confraternita del Santo Rosario si devono al Parroco don Tournoud che trascrisse, in occasione della rifondazione della Compagnia, alcuni documenti poi andati persi.
La prima fondazione della “Devota Compagnia della Gloriosa Vergine Maria” risale al 17 gennaio 1568, giorno in cui si svolse la raccolta d’adesioni.
I documenti sulla confraternita sono contenuti in un libro, scritto in gran parte dal parroco don Tournoud all’epoca del ristabilimento della Confraternita, che copre l’arco di tempo che va dal 1873 al 1907. La prima parte del testo è dedicata alla documentazione storica, la seconda parte contiene l’elenco degli iscritti redatto in francese ma in cui compaiono alcuni nomi in italiano di persone, evidentemente non originarie del luogo, ma probabilmente stabilitesi in Bardonecchia in epoca più recente.
La Confraternitadel Santissimo Sacramento o Confraternita deipenitentirisale al 1629. Nel 1905 fu accorpata alla Congregazione di Carità. Il sodalizio era regolato da una trentina di regole che riguardavano l’obbligo di partecipare a messe, vespri, processioni e funerali, la cura della cappella, la distribuzione del pane benedetto, l’offerta di denaro per messe di suffragio od altro scopo, le visite in ospedali e prigioni.
Di essa ci sono pervenuti i seguenti documenti:
- Un registro cartaceo con l’intestazione «Livre des obligations  
  de la Confrairie des Penitens Blancs de Bardonnesche»  (1630 -
  1752). Scrittura corsiva, francese. 
- Un registro della contabilità della Confraternita (1723-1793). 
  Scrittura corsiva, francese.
- Una dichiarazione relativa ad una sentenza di lite (1673).
  Scrittura corsiva, francese.
- Affitto di un terreno di proprietà della confraternita (1760 - 
  1763). Scrittura corsiva, francese.
- Elenco dei rettori e degli iscritti alla Confraternita (1826 -
  1855). Scrittura corsiva, francese.
- Indennità assegnata dal Ministero della Guerra per esproprio
  di terreni per la costruzione di una strada militare (1898).
  Scrittura corsiva ed a stampa, italiano.
- Carte relative alla trasformazione della Confraternita del 
  Santissimo Sacramento in Congregazione della Carità (1893 –
  1820). Scrittura corsiva, italiano.
- Cataloghi delle fondazioni a carico della Confraternita (XIX - 
  XX secolo). Scrittura corsiva, italiano.

Della Confraternita di N.S. del Suffragio ci sono pervenuti solo tre documenti. Si tratta di atti notarili e giudiziari, risalenti al 1767, 1780, 1785, che ci raccontano le vicende di un prestito concesso dalla Confraternita ad un abitante di Rochemolles. Non è pertanto possibile risalire alla data della sua fondazione e conoscere la durata della Confraternita.  
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Nota del redattore del BLOG
L'edizione dei lavori relativi alle Confraternite hanno comportato una riedizione di grafica e testo piuttosto complessa dovuto alle dimensioni del lavoro, all'importante inserimento di immagini e ai molti formati dei caratteri usati.
Quest'ultimi in particolare, conservati per maggiore aderenza al testo dell'autore, sono trattati con molta difficoltà e sovente hanno richiesto ripetuti interventi di definizione, purtroppo non sempre con successo. 

Inoltre, per via delle notevoli dimensioni, ho dovuto suddividere lo Studio originale in più parti rispettando la logica dei contenuti e agevolando il lettore con facili collegamenti fra le stesse.
A fine lavoro riporterò la mappa dell'impianto completo.
Le scritte in rosso-violaceo presenti in questo testo sono collegamenti diretti ai relativi documenti
Gmalavasi