02/06/10

Dal Gruppo Scout (2009)

Scout di Bardonecchia: 50 anni di attività

Sono passati 50 anni da quando a Bardonecchia è giunta la proposta scout. Questa data non è stata dimenticata e la comunità capi (il gruppo di educatori volontari che tengono le redini del gruppo) ha proposto tre momenti per presentare il cammino fatto in questi cinquant’anni e nello stesso tempo per presentarsi quale occasione per Bardonecchia in ambito educativo per le giovani generazioni. Lo scoutismo, nato per intuizione di Baden Powell nel 1907, si fonda quale metodo attivo e personalizzato vissuto all’aria aperta. Centro di tutto è il ragazzo che deve pian piano esprimersi e diventare uomo capace di decidere, di scegliere. L’attenzione è posta sul far diventare il ragazzo uomo libero, attento al territorio in cui vive, ma anche aperto a tutte le problematiche del mondo.
Per questo motivo il primo appuntamento, venerdì 6 marzo 2009, è stato caratterizzata da un tuffo nella storia del gruppo in quanto alcuni ex scout hanno allestito un’interessante mostra fotografica, esposta per temi, che ci ha dato l’occasione di rivivere per consegnarle al futuro le grandi avventure che costituiscono l’uomo nel suo più profondo. Nella stessa serata è stato allestito lo spettacolo di Filomeno Lopez, in arte Fifito, artista di nazionalità della Nuova Guinea che ha fatto toccare con mano le problematiche di terre lontane da noi, ma sempre più vicine per come il mondo sta vivendo. Lo spettacolo è stato anche l’occasione per simbolicamente vivere un aspetto della promessa scout: «...aiutare gli altri in ogni situazione...».




Nei giorni successivi allo spettacolo la mostra è rimasta aperta presso il Palazzo delle Feste ed è stato proposto ai ragazzi delle elementari di Bardonecchia un laboratorio di mani abili e creatività affinché potessero toccare con mano un pezzettino di ciò che è lo scoutismo.
Anche questa modalità di presenza fa parte delle caratteristiche dello scoutismo: non lo si può spiegare, lo si deve vivere, provare e fare esperienza. Secondo appuntamento sabato 6 giugno 2009, giornata di fine attività dell’anno e insieme giornata per tutti coloro che sono stati scout nel gruppo. L’appuntamento è iniziato con la S. Messa di ringraziamento per questi 50 anni e di ricordo per tutti coloro che “ormai giocano con Dio”. È stata presieduta dall’assistente di oggi, don Giorgio, con la gradita presenza di Padre Fedele, assistente storico del gruppo negli anni ’70. Erano presenti il Parroco don Franco e don Silvio di Oulx. Dopo la celebrazione della Messa si è preparata la cena in stile scout: cucina sul fuoco, salsiccia arrosto. La serata è proseguita con un fuoco di bivacco senza fuoco dato il cattivo tempo che, nonostante tutto, ci ha dato l’occasione di rivisitare i cinque decenni del gruppo. Potremo proprio definire la data del 6 giugno il momento dei ricordi e della memoria. Incentrato sull’oggi invece è stato il terzo momento, in estate, quando tuffandoci nel mondo del “Signore degli Anelli” le tre branche – i lupetti, gli esploratori e le guide, i rover e le scolte – hanno vissuto alla base scout nazionale “Be Prepared” di Cantalupa il campo di gruppo.
don Giorgio

Il campo di gruppo visto dagli occhi di un capo

Il branco delle nevi

Siamo arrivati a 50 anni e seguendo la tradizione scout, nei momenti speciali come questo si organizza il campo di gruppo.
La Comunità Capi si butta a capofitto nel preparare l’evento che richiede alcune caratteristiche non banali: trovare una casa per i lupetti del branco; trovare un luogo vicino alla casa adatto a montare tre tende di squadriglia con rispettivi spazi per le cucine da campo, tende capi, tenda cambusa e zona giochi; trovare un percorso che porti al campo per i rover e le scolte del clan. Individuato il posto alla base scout nazionale di Cantalupa, frazione di Frossasco, vicino a Pinerolo, si inizia a preparare il campo vero e proprio: ambientazione fantastica, temi da trattare, riflessioni, giochi, uscite, tutto in un intrecciarsi di attività che coinvolgono i ragazzi, a volte tutti insieme, a volte per branca. È bello vedere come da un’idea iniziale nascano un susseguirsi di idee che con la fantasia e la creatività dei capi diventano concretamente le giornate del campo di gruppo. Ma questa fase iniziale, impegnativa ed entusiasmante nello stesso tempo,  non è paragonabile all’eccitazione che accompagna i capi e i ragazzi il giorno della partenza.
Questo è davvero il momento più frenetico dove, nonostante gli attenti preparativi, ti viene sempre in mente qualcosa a cui non avevi pensato, genitori che telefonano con le richieste più diverse, intoppi dell’ultimo minuto, ma... Non c’è da preoccuparsi troppo, è così da sempre, poi tutti i tasselli vanno a posto e non vedi l’ora di partire con i tuoi ragazzi. L’avventura ci attende!!!
Finalmente viene il tempo di “condividere” con tutti i ragazzi piccoli e grandi la gioia, la fatica del cammino, le risate di un cerchio, le emozioni intorno al fuoco, la paura che si trasforma in entusiasmo nel gioco notturno, il pane che a turno si impasta e si cuoce per tutti i giorni, la Presenza di quel Qualcuno che ci ama, l’“unico Maestro” come amiamo cantare.
Piccoli e grandi gesti di coraggio, di amicizia, di tenerezze impensate, di allegria incontenibile, di scelte consapevoli.
Sono questi i frutti del nostro vivere insieme, che a volte ci lasciano stupiti e pieni di speranza perché è possibile QUI e ORA «rendere il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato».

Il campo di reparto visto dagli occhi dei ragazzi
I lupetti in grotta.
Il momento culminante dell’anno scout è sempre il Campo Estivo. Quest’anno siamo andati a Cantalupa, nel Pinerolese; ma prima di iniziare il campo ci sono state le uscite di squadriglia, durate due giorni, durante i quali ci siamo avvicinati al campo 71 seguendo tre percorsi diversi con partenze da Avigliana e da Pinasca in Val Sangone. Durante il campo si sono svolte diverse attività, tra cui la gara di cucina ed il percorso Hebert, che sfrutta ostacoli naturali e costruiti nel bosco.
L’uscita di Reparto si è svolta alla grotta di Rio Martino, nella valle Po quasi alle pendici del Monviso; questa grotta, di cui abbiamo percorso i primi 2 km, è stata creata dall’omonimo fiume che, nel corso dei millenni, ha scavato la roccia.






La Compagnia dell’anello.
Noi abbiamo percorso il primo tratto, fino ad una cascata alta circa 60 m., oltre la quale non è possibile proseguire senza l’attrezzatura adeguata. Un giorno i capi squadriglia si sono scambiati di ruolo con i capi reparto ed hanno dovuto preparare la colazione ed organizzare le attività della giornata. Durante il campo sono importanti l’ordine e la pulizia della tenda e del materiale di squadriglia, per questo i capi fanno numerose ispezioni.
L’ultimo giorno di campo sono venuti i genitori ed insieme abbiamo mangiato, giocato e concluso la giornata con la Messa.
La coppa campo è stata vinta dalla squadriglia Orsi Polari, che si è aggiudicata quasi tutte le prove.
Michele Potenza e Silvia Massara

La Route del clan e la cerimonia della Partenza 
Il clan al forte di Fenestrelle.

La Route. Strada. Fatica, sudore, felicità e soddisfazione. 
Anche quest’anno per il Clan Destino è giunto il momento di prendere gli zaini in spalla e incamminarsi. La meta? La base scout di Cantalupa dove, in occasione del suo 50º compleanno, il gruppo scout di Bardonecchia vivrà un bellissimo campo di gruppo.
Si parte da Fenestrelle, ovviamente approfittando dell’occasione per visitare il famoso forte che nessuno di noi aveva mai visto. Poi, a fine mattinata, inizia la salita lungo la strada dei cannoni che porta in cima alle fortificazioni, 1.000 metri più in alto; da qui si parte per questo cammino che durerà quattro giorni. Prima tappa il Colle della Roussa.
La salita è dura, ma vuoi mettere la soddisfazione dei nostri eroi una volta arrivati in cima?
Poi inizia la discesa, lunghissima, fino a Giaveno; appena superato il colle incontriamo due caprette che si affezionano a noi, è con il cuore spezzato che le lasciamo ma ci siamo costretti: la route è roba da uomini duri, mica da capre! Più a valle c’è il tempo di rinfrescarci con un tuffo nelle pozze del fiume, in un’acqua gelida che lava via la polvere e il  sudore.
E una volta a Giaveno le strade si dividono, l’ultimo giorno di viaggio ognuno lo vivrà per conto suo, potendo contare solo su di una cartina della zona e sul proprio sorriso, armati di buona volontà nel cercare ospitalità per la notte. Il mattino dopo ci ritroviamo al campo, stanchi e con i piedi doloranti, ma ad aspettarci c’è una bacinella d’acqua calda e degli ottimi succhi di frutta per ritemprarci. Ora inizia il campo, e ciascuno di noi farà servizio con dei ragazzi più piccoli: il divertimento e la voglia di stare insieme non sono ancora finiti.
Giacomo Ainardi

Ragazzi si canta.
* * *
La partenza è un momento molto importante della vita di ogni rover e scolta. Si è chiamati a scegliere su e per se stessi, come uomini e donne nel mondo. È un cambiamento; il coronamento del proprio percorso scoutistico da ragazzi per passare dall’altra, ad essere testimoni e capi.
Quest’anno, alla fine del campo di gruppo, Giacomo e Cecilia hanno preso la loro partenza e saltato oltre.
È stato un momento semplice e forte rischiarato dal fuoco del falò e dalle stelle. Dopodiché sono partiti ognuno per la propria strada e verso il proprio orizzonte.
Cecilia Mainardi