02/06/10

Figure di Azione Cattolica (2009)

(Bollettino 2009)
Figure di Azione Cattolica
Continua la rubrica “Figure di Azione Cattolica” che già ha visto tratteggiare le figure di:
Matilde Chareun (Boll. 1954, pagg. 8-10; 2005, pag. 72);
Angela Massara (Boll. 1979, pagg. 7-9);
Felicina Sudati (Boll. 1992, pagg. 56-57);
Etilla Bauda (Boll. 2004, pag. 82);
Irma Bompard (Boll.2004, pag. 83);
G. Battista Ugetti (Boll. 2005, pag. 73-74);
Martinacci Amedeo e Giuseppina (Boll. 2008, pag. 104).
L’articolo che segue porta delle citazioni del Bollettino 1966, pag. 59.

GIORGIO MARTIN
«Dovrei chiedere scusa a Giorgio Martin per parlare di lui, perché durante tutta la vita amò sempre il silenzio, cercò sempre di nascondersi». Così don Francesco Bellando iniziava il ricordo di lui sul Bollettino parrocchiale del 1966, anno della sua morte. Anche noi che lo conoscevamo bene, noi suoi parenti ed amici, ancora oggi lo ricordiamo schivo e silenzioso, direi raccolto in pensieri suoi, forse meditazioni o colloqui con il Signore e sentiamo il bisogno di ricordarlo perché ci sia di esempio e di incoraggiamento.
Inginocchiato nei banchi della Cappella invernale vicina alla sacrestia, allora non ancora Cappella invernale,  quasi sempre con la corona del Rosario in mano, partecipava alle funzioni, ma anche passava lunghi momenti della giornata. Conosceva la chiesa come la sua casa, pronto a prestare la sua collaborazione per ogni necessità e, quando non c’erano chierichetti, non tralasciava il servizio all’altare, reso con devozione e fede profonda. La sua vita era orientata al Paradiso: il suo lavoro nelle ferrovie, continuato spesso in opere di giardinaggio nelle ville (è opera sua il viale di fiori di casa Clovis-Conti, ex villa Bellini, che ancor oggi tanti passanti ammirano nella bella stagione) non toglieva tempo alle ore in cui stava davanti al Tabernacolo o assisteva alle funzioni. Sempre dall’allora Parroco don Bellando, venne paragonato al contadino di Ars che, interrogato sulle sue lunghe visite in chiesa, aveva risposto al Santo Curato: «Io guardo lui e lui guarda me dal Tabernacolo».
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Nato a San Giorio di Susa, era venuto a Bardonecchia verso gli anni ’20 per il suo lavoro. Viveva con la moglie Rina che condivideva con lui l’impostazione cristiana della vita familiare: non avevano figli, ma accoglievano spesso i nipoti e, due di loro, per varie necessità, furono per anni allevati come figli. Era iscritto all’Azione Cattolica sicuramente dal momento dell’istituzione della Sezione Uomini, ne seguiva le riunioni e le iniziative e ne viveva gli ideali di Preghiera, Azione, Sacrificio. Il suo Apostolato era svolto soprattutto nell’esempio dato e nell’offerta della sofferenza. Negli anni ’40 dopo una brutta caduta aveva sopportato lunghe degenze in ospedale, in tempo di guerra, e le fratture del bacino e del femore gli avevano lasciato difetti e dolore nella deambulazione, invalidità di cui non si lamentava mai. Verso il 1960 era ritornato a San Giorio e l’ultimo periodo della sua vita fu segnato dalla malattia, dolorosa ed invalidante, ma anche questa accettata con rassegnazione ed offerta al Signore. Dovendo assumere forti farmaci per sedare il dolore, si raccomandava ogni giorno di somministrarglieli dopo aver ricevuto l’Eucaristia, poiché voleva essere lucido e presente al momento della Comunione. Senza aver fatto opere straordinarie, nella quotidianità, vissuta con fede ed in unione a Gesù, Giorgio Martin è stato uno dei migliori “militanti” della nostra Associazione.
M.R.
FELICINA SUDATI
un bell’esempio di amore verso Dio e i fratelli
(foto collezione Milena Rossetti)
La sua figura zelante nel bene e impegnata nell’Azione Cattolica, ancora molto conosciuta a Bardonecchia, è stata ricordata sul Bollettino parrocchiale del 1992 alle pagg. 56-57, al quale rimandiamo.
Per completezza pubblichiamo la preghiera che lei amava, recitava spesso e diffondeva fra i conoscenti e che potrebbe essere utile anche a noi:
Credo Signore, ma fa’ che creda con maggior fermezza.
Spero Signore, ma fa’ che speri con più viva fiducia.
Ti amo Signore, ma fa’ che Ti ami con più ardente affetto.
Mi dolgo dei miei peccati, Signore,
ma che io senta il mio pentimento con perfetta contrizione.
Dirigimi con la Tua sapienza, frenami con la Tua giustizia,
consolami con la Tua bontà, proteggimi con la Tua potenza.
Oh Dio, siano Tuoi i miei pensieri, Tue le mie parole,
secondo la Tua legge le mie azioni, Tue le mie sofferenze.
Voglio ciò che Tu vuoi, perché lo vuoi, come lo vuoi, quando lo vuoi.
Illumina, Ti prego, il mio intelletto, infiamma la mia volontà,
purifica il mio corpo, santifica l’anima mia.
Che l’orgoglio non mi corrompa, l’adulazione non mi lusinghi,
il mondo non mi seduca, Satana non mi inganni.
Accordami o Dio Buono, l’amore per Te e per il prossimo.
Che io vinca la sensualità con la mortificazione, l’avarizia con la carità,
la collera con la dolcezza, la tiepidezza con il fervore.
Rendimi prudente nei consigli, coraggioso nei pericoli,
paziente nelle avversità, umile nella prosperità.
Fa’ o Signore che io sia assiduo nella preghiera, sobrio nel cibo,
solerte nel lavoro, costante nei propositi.
Fammi, o Buon Dio, comprendere come è piccolo ciò che è tenero, come è grande
ciò che è Divino, quanto è breve ciò che è temporaneo, quanto è sicuro ciò che è Eterno.
Ch’io mi prepari alla morte, tema il giudizio, eviti l’inferno,
ottenga il Paradiso per Gesù Cristo nostro Signore. Così sia.
GRUPPO BENIAMINE DELL’AZIONE CATTOLICA
Bardonecchia - anni 1956-1957
1ª fila in basso da sinistra: Clotilde Bompard - Bruna Durando - Claudia Longhi - ?
- Giovanna Ainardi - Gisella Sereno - Maria Paola Gendre - Ornella Costa - Livia Bompard;
2ª fila in centro da sinistra: Adriana Ginevra - Bruna Dalla Vecchia - Augusta Chareun
- Anna Faure - Irene Cavaglià - Giorgetta Brunet;
3ª fila in alto da sinistra: ? - ? - Lidia Bompard - Natalina Caccia - Natalina Ambrois
- Maria Grazia Guy - mons. Francesco Bellando.
(foto collezione Rosanna e Augusta Chareun)
Gruppo formatosi negli anni Cinquanta all’interno dell’Azione Cattolica bardonecchiese per iniziativa delle Suore di S. Francesco di Susa – Ordine fondato dal Beato Rosaz – e di mons. Bellando. Le aderenti, dette anche “Crociatine” per via della fascia da loro indossata, si riunivano per la celebrazione domenicale mattutina della S.Messa.
Era un esercito formato dal Movimento Maestri, dai Laureati, dai Lavoratori, dalle Aspiranti, Beniamine, Piccolissime ed Angioletti a cui venivano trasmessi gli ideali del motto Preghiera, Azione, Sacrificio, che ciascuno cercava di vivere nell’Apostolato per far avvicinare al Vangelo le persone con cui si condivideva la vita... (M R. - 2009)