28/07/11

2010 Pellegrinaggio diocesano per l’Ostensione della Sindone

Giovedì 22 aprile, ore 17: dalla Piazza del Mercato di Borgovecchio partiamo per Torino. Lungo il tragitto ai nostri due pullman si uniscono, mano a mano che si scende lungo la valle, quelli delle altre parrocchie della Diocesi di Susa. Si va tutti insieme in Pellegrinaggio verso la Santa Sindone.
Il nostro Parroco, per introdurci nell’atmosfera spirituale che ci porterà ad accostarci con maggiore consapevolezza alla visione del Santo Lenzuolo, propone la proiezione di un affascinante documentario storico-scientifico. Ha inizio un articolato discorso in cui, ai fotogrammi che evidenziano i segni impressi sul telo, fanno da contrappunto la narrazione evangelica, la ricostruzione degli eventi storici che portarono la Sindone dalla Palestina a Torino. È il percorso di un viaggio travagliato e avventuroso che si snoda attraverso oltre quindici secoli di storia e successive tappe: Gerusalemme, Edessa, Costantinopoli, Lirey, Chambéry, Torino (1578).
La Concelebrazione presieduta da S.E. Mons. Alfonso
Badini Confalonieri nel Duomo di Torino. (foto: Archivio)
Tra le tematiche proposte dal filmato,a mio avviso, la più interessante è la panoramica sulla ricerca scientifica multimediale finalizzata a determinare il luogo d’origine e la datazione del misterioso Telo capace di accentrare l’interesse di uomini di scienza agnostici, credenti e atei di tutto il mondo. È un susseguirsi di indagini che da fine Ottocento-inizio Novecento fino ai giorni nostri ha visto impegnati fisici, chimici, biologi, botanici, anatomopatologi e, non ultimi, fotografi e tecnici dell’immagine. I risultati di tanti studi, al momento, concordano su due punti cardine: la provenienza geografica della Sindone è riconducibile alla Palestina e la sua datazione collocabile nel 1° secolo dopo Cristo.



L’ipotesi che si tratti del Lenzuolo offerto da Giuseppe d’Arimatea per avvolgere il corpo del Signore Crocifisso si va facendo quindi sempre più attendibile.
Al documentario segue un breve commento del Parroco ed eccoci a Torino. Ad attendere il nostro gruppo di Bardonecchia è la signora Laura Torta Porcellana, che tanti bardonecchiesi conoscono essendo villeggiante affezionatissima nella bella villa di Viale Capuccio, impegnata come volontaria dell’Ostesione. Con tutti i pellegrini della Diocesi scendiamo dai pullman all’altezza dei Giardini Reali. Il lungo corteo, formato da oltre settecento persone, avanza lungo un tracciato delimitato da transenne che nella zona esterna, ombreggiata da una cupola di alberi, ci porta, attraverso un susseguirsi di gazebo, fino a un lungo corridoio intervallato da archi a tutto sesto. Ai lati del corridoio si aprono arcate. Ci stiamo muovendo nel cuore della Torino romana. Procediamo lentamente, accompagnati dal sottofondo di canti gregoriani e cori sacri. Il corridoio sfocia in una sala dominata da un maxi-schermo. Assistiamo alla proiezione di immagini del Santo Linoposto alla nuova ondata di pellegrini.
Rientriamo in Duomo alle ore 21 per la S. Messa concelebrata dal Vescovo di Susa Mons. Badini Confalonieri e dai Parroci della Diocesi. La Cattedrale non è in grado di accoglierci tutti e un gruppo viene ospitato nella vicina chiesa di S. Lorenzo. È un momento intenso che ci parla del fulcro del messaggio cristiano: il mistero della morte e della risurrezione. L’impronta del cadavere del Crocifisso sembra ripetere: «Vedete. Come io sono risorto anche voi risorgerete». La spera che, nei dettagli più significativi, testimoniano le torture inflitte all’Uomo della croce. Ci dimostrano che sulla Sindone sono stampate le parole dei quattro Evangelisti là dove raccontano il martirio di un corpo flagellato, coronato di spine, lo spasimo dei polsi, dei piedi inchiodati, la ferita al costato.



Siamo pronti per accostarci alla vera Sindone. Sotto la cupola del Guarini, nella navata centrale del Duomo, alle spalle dell’altare maggiore, protetta da una teca di vetro, è illuminata ad arte per consentire la visibilità della tenue traccia di un corpo che il tempo e gli agenti chimici non hanno cancellato. Pochi minuti di preghiera e di venerazione e poi ci si allontana per fare nza, illuminata dalla fede, ci guida a cogliere il senso della vita e della morte, confine tra il breve percorso terreno e la luce dell’infinito Amore del Verbo.

Maria Antonietta Roggino