30/03/06

Melezet: le Olimpiadi - il Museo - S.Antonio (2005)

Melezet: le Olimpiadi, il Museo e l’iniziativa “Eco e Narciso
ASTERISCHI SUI RESTAURI NELLA CHIESA DI S. ANTONIO ABATE 
INAUGURATI I RESTAURI DELLA NOSTRA CHIESA PARROCCHIALE
NEL RICORDO DI PADRE ALESSIO
LA FESTA PATRONALE DI S. ANTONIO ABATE
FURTI NELLE CHIESE DI MELEZET E MILLAURES
LA BENEDIZIONE DELLE PISTE OLIMPICHE
MOSTRA “PIER GIORGIO FRASSATI: UN SANTO SUGLI SCI”
UNA POESIA Camposanto a Melezet
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Melezet: le Olimpiadi, il Museo
e l’iniziativa “Eco e Narciso”
Melezet e le Olimpiadi... un rapporto non sempre facile, ma ancora una volta la piccola borgata ha saputo suscitare l’interesse di stampa e addetti ai lavori. In vista dell’evento olimpico il Museo di Melezet è stato visitato da una serie di delegazioni provenienti da diversi Paesi che hanno potuto così apprezzare le bellezze artistiche e architettoniche del nostro paese.
Parrocchia di S. Antonio Abate - MELEZET
Le tribune sulle piste olimpiche.
Per permettere ai visitatori di apprezzare maggiormente la bellezza degli oggetti esposti nel Museo di Arte Religiosa Alpina di Melezet, si è ideato un percorso che tocca le opere principali, corredato di schede  descrittive e fotografie relative.
Si parte da una tela del XVIII sec., recentemente restaurata, proveniente dalla Cappella del Sacro Cuore di Melezet, intitolata “Maria Maddalena ai piedi della croce”, rappresentante il Cristo crocifisso con ai piedi S. Maddalena inginocchiata. La particolarità di questo dipinto è lo sguardo del Cristo rivolto verso l’alto, tipico dell’iconografia giansenista, fondata sull’idea che Cristo non è morto per salvare tutta l’umanità, ma solo pochi prescelti.
Si passa poi ad una “Pietà del Monte Tabor”, statua in legno intagliato, dedicata alla Vergine dei Sette Dolori, scolpita da un artista savoiardo di St. Michel de Maurienne nel 1804, commissionata dai sigg. Trocas e Tommaset di Valmenier, che ne fecero dono alla Cappella del Tabor.
La visita prosegue con il “Reliquiario a braccio di S. Verano”, che nel 568 fu Vescovo di Cavaillon, una località francese del Dipartimento di Vaucluse. Si tratta di un oggetto ligneo del XVII sec. contenente i resti mortali del Santo, che secondo un’antica leggenda liberò la popolazione di Vaucluse dalla furia di un terribile drago; solitamente questo tipo di reliquiari veniva esposto sui gradini dell’altare.

Sono presenti, inoltre, alcune opere di oreficeria che fecero parte dell’esposizione dell’anno scorso “Mastri Orafi e Argentieri dal XVI al XIX sec.”. Ricordiamo i preziosi calici punzonati di Sibut, Lestelley e Leveneur, di cui abbiamo già parlato, e la bellissima croce processionale in argento di Yppolite Borrel del XVI sec. Relativamente a quest’ultima è bello ricordare il dono ricevuto da Mons. Boccardo, in occasione della sua Ordinazione Episcopale: una croce pettorale che riproduce perfettamente ed in modo particolareggiato l’originale croce processionale proveniente dalla parrocchiale di Rochemolles.
Si possono anche ammirare alcune statue lignee, come il S. Sebastiano del 1475, al quale si attribuiva il potere di arrestare le epidemie di peste; l’ancona di S. Sisto, anch’essa del XV sec., formata da un elegante struttura a baldacchino di pregevole fattura (Sisto II fu Papa nel terzo secolo d.C.), in testa porta il triregno, simbolo delle tre autorità del Papa: vicario di Cristo, padre dei principi e dei re e rettore dell’orbe; un S. Antonio Abate, realizzato alla fine del ’500, considerato patrono della Parrocchia di Melezet (la diffusione in questa zona del culto per S. Antonio si deve ad un gruppo di antoniani che, trasferitisi da Vienne, si fermarono a Névache, dedicandosi alla cura delle persone intossicate dalla segale cornuta); e il S. Rocco realizzato nella prima metà del ’600.
Il percorso prosegue con tre statue in legno intagliate nel XVI sec., raffiguranti “Ma donna con bambino”. Pur appartenendo allo stesso secolo, presentano caratteristiche diverse, sia nel portamento, sia nell’esecuzione: cambiano notevolmente le espressioni del volto, lo sguardo, la posizione del bambino, il panneggio dell’abito, per esempio, ma tutte hanno la scarpa a punta tozza che fuoriesce.
Molti conosceranno già le “Tavole dipinte del Coignet”, unica testimonianza conservata in questa zona, della pittura quattrocentesca a tempera su tavola, composta in origine da cinque ante che formavano i laterali della nicchia in cui era racchiusa la statua della Vergine venerata nella Cappella di Notre Dame du Coignet. Sul recto è raffigurata l’Annunciazione con due angeli, sul verso sono presenti le figure di S. Giovanni Evangelista e S. Maddalena.
La visita si conclude con una serie di paramenti liturgici riccamente ricamati posti davanti al retable barocco dell’altare maggiore del XVII sec. attribuito a J. Jesse di Embrun, un modello decorativo che presenta il suo elemento caratteristico nelle colonne tortili, ricoperte da tralci di vite con grappoli e pampini e che incornicia una tela eseguita da un membro della famiglia Dufour nel 1676: tra i personaggi raffigurati attorno alla Vergine con Bambino, vi sono degli angeli recanti scapolari, per ricordare che nella Cappella del Carmine, che ospita l’attuale Museo, nel 1650, il suo fondatore Simon Roude vi istituì una Confraternita detta, appunto, dello Scapolare.
Prima di uscire, il visitatore può alzare gli occhi e ammirare una “Deposizione” del XVII sec., tela restaurata da poco, in cui viene accentuato il patetismo che caratterizza i personaggi e dove, nell’angolo in basso a destra, compaiono due stemmi sovrapposti, forse appartenenti ai committenti unitisi in matrimonio.
Nell’ambito del “Progetto Cultura Materiale”, la Provincia di Torino ha promosso l’iniziativa ECO E NARCISO volta a mettere a confronto il territorio attraverso i suoi ecomusei e musei. L’antologia “Eco e Narciso 14 scrittori per un paesaggio” è la traduzione in parola del paesaggio della Provincia di Torino nell’interpretazione di quattordici scrittori italiani, provenienti da altre Regioni. Agli autori è stato chiesto di abitare il territorio, il suo paesaggio, la memoria conservata nei musei, la dimensione quotidiana del rapporto
con i residenti; e di restituirne una descrizione letteraria, ciascuno scrivendo secondo la propria sensibilità, stile, creatività.
Tiziano Scarpa è lo scrittore che ha descritto l’Alta Valle di Susa e così scrive del Museo di Arte Religiosa Alpina di Melezet: «... È una specie di ospizio delle immagini, che una volta arrivate qui hanno deposto la loro funzione sacra per assumere quella estetica. Eppure l’estetizzazione non ha vinto del tutto. Alcune immagini sacre continuano a effondere il loro alone anche qui, continuano a lavorare: è un museo dove si viene a pregare! Una galleria d’arte dove l’estetica non ha azzerato del tutto la fede, dove si fa pratica
di devozione: l’estetica convertita al cristianesimo...».
I Volontari del Museo:
Andrea, Daniela, Massimo, Silvio, Stefano, Valeria, Wanda
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Parocchia di S. Antonio Abate
ME L E Z E T
ASTERISCHI SUI RESTAURI NELLA CHIESA DI S. ANTONIO ABATE
Restauri sulla facciata della chiesa.
Desideriamo qui ripercorrere, in breve sintesi, i principali avvenimenti che abbiamo vissuto nell’anno trascorso che ha visto fervere i lavori di restauro nella nostra chiesa e giungere felicemente alla conclusione.
9 febbraio 2005: è il Mercoledì delle Ceneri e lo celebriamo nella sala dell’Assomont, messa gentilmente a nostra disposizione, poiché in chiesa non è più possibile celebrare.
24 e 25 marzo: il giovedì e il venerdì della Settimana Santa li celebriamo ancora nella stessa sala. Purtroppo quest’anno non avremo la Veglia Pasquale, per mancanza di sacerdoti.
27 maggio: è un venerdì e inizia lo smontaggio dei ponteggi nell’interno della chiesa, vuol dire che sono terminati i lavori sulle volte e sulle pareti laterali, lavori di rimozione della decorazione del 1935, di consolidamento delle volte e pareti percorse da molte crepe, di rimozione dell’umidità dalle pareti del presbiterio e lungo lo zoccolo di tutta la chiesa.
Domenica 12 giugno ritorniamo in chiesa che appare rinnovata, linda e luminosa nelle sue bellissime linee architettoniche, con l’essenziale decorazione originale del 1700.
Qui dobbiamo dare un ringraziamento, grosso almeno quanto la nostra chiesa, all’Associazione Assomont e al suo Presidente sig. Renato Vachet che ha messo a disposizione per ben quattro mesi la sala della sua sede perché potessimo continuare nelle nostre celebrazioni, sala accogliente e riscaldata.
14 luglio: ritornano in chiesa, restaurati dal laboratorio di restauro Società Rava & C. di Torino, i quadri e i grappoli che sono l’ornamento più caratteristico del Melezet, i quali hanno riacquistato la primitiva bellezza dei colori.
15 luglio: vengono innalzati i ponteggi sulla facciata della chiesa per i restauri che saranno compiuti dalla Ditta Dellaroca Restauri di Bra e Rict Tauro di Marina Locandieri.
Questi lavori dureranno per tutta l’estate e vedranno la ripulitura dell’atrio della chiesa, riportato pure ai suoi colori originali, il restauro delle pareti, delle scale e la ripulitura del campanile che è stata effettuata con l’ausilio di un “ragno” che ha permesso di raggiungere la punta della guglia. Non si sono purtroppo potute ripristinare le due meridiane sulla facciata come vivamente desiderato, ma il progetto è solo per ora accantonato, sperando di poterlo realizzare quanto prima. Il problema non è tecnico, ma di mancanza di
fondi...
Qui si concludono questi brevi cenni di cronaca. Poche righe, che però narrano oltre sei mesi di lavori che hanno cambiato il volto della nostra chiesa, oggi più che mai oggetto di ammirazione e di compiacimento per tanti visitatori, oltre naturalmente per gli abitanti di Melezet che, giustamente, la sentono loro e ne sono orgogliosi.
Parrocchia di S. Antonio Abate - MELEZET
Massimo al lavoro nell’atrio.
Parrocchia di S. Antonio Abate - MELEZET
Lavori di ripulitura al campanile.
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INAUGURATI I RESTAURI DELLA NOSTRA CHIESA
PARROCCHIALE
La sera di martedì 4 gennaio 2006 Melezet ha vissuto un particolare evento artistico culturale.
Con l’intervento della Corale “Ensemble d’Harmonie”, che raccoglie coristi da tutta la Valle di Susa, sono stati inaugurati i restauri della nostra chiesa parrocchiale dedicata a S. Antonio Abate, nostro Patrono.

Dopo un breve intervento del nostro Parroco don Paolo Di Pascale, che ha illustrato i lavori eseguiti grazie al contributo della Compagnia di San Paolo, ha avuto inizio il concerto.
Sotto la direzione, improntata a grande sensibilità artistica, del M° Nives Michetti, il Coro ha eseguito brani tratti da un vasto repertorio che va dalla musica sacra con l’Herold Angels di Mendelsson, l’Ave Verum di Gounod, il Salve Maria di Rossini e il Nascimiento di Ramirez, alla musica folkloristica spagnola di Perez Moya ispirata al Montserrat, agli spirituals negri e alla musica folkloristica americana. Prima dell’esecuzione ogni brano era sapientemente presentato, illustrato e commentato al fine di facilitarne la comprensione
per poterlo meglio gustare.
Durante un breve intervallo la Comunità parrocchiale di Melezet ha potuto esprimere il suo sentito ringraziamento al suo Parroco, che con grande tenacia e coraggio ha saputo dar vita e portare a compimento quest’opera che ha visto rinnovato l’interno e l’esterno della nostra chiesa, la cui costruzione risale al 1694, rimuovendo la pesante ed oscura decorazione del 1935, recuperando la decorazione originale del 1700 che dà alla chiesa una luce particolare mettendo in risalto la bellezza delle linee architettoniche.
Non ci resta che ringraziare il Coro e gli ottimi musicisti Paolo Ainardi al pianoforte, Gabriele Bianco Dolino alla tromba e Denise Selvo alla batteria, e augurarci che lo stupendo Coro di Ensemble d’Harmonies possa ancora tornare a regalarci dell’ottima musica.
Vittorio Massignan
Parrocchia di S. Antonio Abate - MELEZET
Si smontano i ponteggi nell’interno della chiesa.
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NEL RICORDO DI PADRE ALESSIO
Nella notte tra il 15 e il 16 dicembre di quest’anno 2005 moriva a Torino il nostro Padre Alessio, frate e figlio di San Francesco. È morto a pochi giorni dal compimento del suo 73° compleanno, infatti era nato il 28 novembre del
1932 a Cannero, in provincia di Novara, e al suo Battesimo gli era stato posto il nome di Luigi.
Dopo il forzato abbandono di don Edoardo Grua, per motivi gravi di salute, tutti noi di Melezet ci eravamo sentiti un po’ soli e abbandonati, ma poi il Signore ci ha concesso il dono di averlo con noi e con la sua francescana semplicità, il suo cordiale sorriso, la sua umiltà e bontà da vero figlio di San Francesco, ha saputo darci garanzia di continuità come comunità e il sentimento rassicurante di non sentirci abbandonati.
Mi è grato qui ricordare in modo particolare la sua premura verso gli anziani e gli ammalati, la sua preoccupazione di farli sentire uniti a noi e di portare a loro la Santa Comunione specialmente in occasione delle grandi solennità. Altra sua preoccupazione era la scarsa partecipazione dei ragazzi, dei giovani e dei bambini...
Anche dopo che l’obbedienza l’aveva costretto a lasciarci nel settembre del 2003, noi siamo sempre stati presenti nei suoi pensieri, e nelle sue frequenti telefonate non mancava mai di informarsi dell’andamento della Parrocchia in generale e di ciascuno di noi in particolare.
Grazie Padre Alessio, ti abbiamo voluto bene e tu dal Cielo guarda ancora sempre a noi e assistici con la tua preghiera al Padre.
Tra le sue molte attività pastorali, nascoste nella sua umile semplicità, è stato anche Cappellano presso il Carcere di Vercelli e mi piace concludere con quanto di lui hanno scritto proprio quei carcerati: «Noi pensiamo che questo mondo sarebbe migliore se la società avesse un pizzico delle qualità di Padre Alessio».
Vittorio Massignan

LA FESTA PATRONALE DI S. ANTONIO ABATE
Martedì 17 gennaio, la comunità parrocchiale di Melezet ha festeggiato il suo Patrono, S. Antonio Abate, con una Santa Messa, officiata da don Sergio Blandino, attualmente Parroco di S. Antonino, assistito dai sacerdoti bardonecchiesi don Franco Tonda e i Frati Francescani Padre Giampiero e Padre Stefano.
I passi più solenni della cerimonia sono stati scanditi dai canti della Corale di S. Ippolito, il cui intervento è stato molto gradito dal Parroco don Paolo Di Pascale, come del resto la partecipazione del Sindaco Francesco Avato, del Vicesindaco Maurizio Franceschini e del consigliere Michele Bertessa.
La nostra chiesa scolpita con la neve
dagli artisti di Bardonecchia.
Nel momento dell’omelia, don Sergio si è ispirato alla vita del Santo, che da giovane ricco, qual era, si disfece di tutti i suoi beni per condurre un’esistenza di ricerca nel silenzio del deserto. Commentando tale decisione, che risale a ben 1750 anni fa (il santo infatti è morto nel 356), don Sergio ha posto in risalto quel sentimento, purtroppo così poco sentito nella nostra civiltà dei consumi, che è “l’amore”, creando anche un collegamento con la recente Enciclica del Papa, improntata su tale filo conduttore.
Cogliendo poi l’occasione della festa patronale, al termine del rito religioso sono stati benedetti gli splendidi restauri, realizzati nel 2005 ed ormai completati.
La chiesa si presenta oggi con un volto nuovo e pronta per essere ammirata dal grande pubblico internazionale delle Olimpiadi.
Per suggellare meglio l’incontro tra parrocchiani nel segno dell’amicizia, l’Amministrazione comunale ha offerto un rustico e simpatico rinfresco presso la trattoria «’l Duc do ciat».
Luisa Maletto

Parrocchia di S. Antonio Abate - MELEZET
Festa di S. Antonio 2006. (foto L. Maletto)

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FURTI NELLE CHIESE DI MELEZET E MILLAURES
Uno dei reliquiari del 1700 rubato.

ladri di arte sacra sono tornati a colpire. Questa volta hanno preso di mira le chiese parrocchiali di Melezet e Millaures. Dopo una breve tregua durata qualche anno, ecco che, come accadde già in passato, i primi giorni del nuovo anno hanno indotto ad agire. Nella notte del 5 gennaio sono spariti dagli altari laterali della chiesa di S. Andrea di Millaures quattro candelabri piramidali, a cinque fiamme, di raffinata fattura ottocentesca. A distanza di una settimana circa, in una data imprecisata, dall’altare maggiore della chiesa di S. Antonio Abate di Melezet sono stati sottratti due reliquiari in legno dorato risalenti al 1700. Non custodivano, a differenza di altri, reliquie sante, ma delicati fiori secchi.
Il Parroco don Paolo Di Pascale ha presentato denuncia ai carabinieri. La triste scoperta è avvenuta proprio alla vigilia della festa patronale di S. Antonio Abate, celebrata martedì scorso. Con grande stupore e rincrescimento don Paolo ha così commentato: «Felice che i laboriosi lavori di restauro fossero terminati, da poco avevo deciso di dare degno posto ai due reliquiari, per tanto tempo nascosti in sacrestia: non hanno avuto il tempo di essere ammirati. Per fortuna che abbiamo vicino il Museo, la nostra cassaforte, che custodisce tutto quel ricco patrimonio, raccolto e messo in salvo dai miei predecessori». «Come dimostrano purtroppo i fatti», ha continuato il Parroco, «non possiamo più tenere statue o altri oggetti sacri in chiesa, tanto è vero che in occasione di questa festa abbiamo prelevato la statua di S. Antonio Abate dal Museo per ammirarla durante il rito, ma al termine della Messa l’abbiamo riportata al sicuro». La statua, in legno scolpito, risale alla seconda metà del 1500 e rappresenta il Santo con i propri segni distintivi iconografici.
Luisa Maletto

LA BENEDIZIONE DELLE PISTE OLIMPICHE
Venerdì 27 gennaio, in una gelida giornata incorniciata da qualche fiocco di neve ghiacciata,
alla presenza del Sindaco Francesco Avato, assessori, consiglieri e rappresentanti
del Toroc, si è svolta la benedizione delle piste olimpiche, dispensata dal Parroco di
Melezet don Paolo Di Pascale.
Ad omaggiare la città del gemellaggio, è intervenuto il Vicesindaco di Modane, François Gravier, accompagnato dalla moglie. La cerimonia è iniziata con una preghiera recitata davanti alla suggestiva cappella del Sacre Coeur, risalente al 1875, situata quasi di fronte alle piste. I partecipanti, numerosi nonostante la temperatura sotto zero, si sono poi trasferiti direttamente sulle piste dove don Paolo Di Pascale ha benedetto tutto il sito di gara, e i bambini di Melezet hanno avuto l’onore di tagliare il nastro tricolore.
Il Sindaco, ringraziando tutti coloro che hanno prestato il loro lavoro ed impegno nella enorme “macchina” olimpica, ha invitato i presenti a far promozione, incitandoli ad intervenire numerosi e ribadendo la frase più volte espressa: «La città è aperta a tutti, non spaventatevi della grande operazione di sicurezza, che può sembrare un deterrente, ma necessaria per la nostra incolumità».
Molto apprezzato da tutto il pubblico il gustoso ristoro, a base di cioccolata calda, caffè, tè e deliziosi dolci, offerto dal Toroc presso una delle molteplici tensostrutture allestite sul sito olimpico.
Luisa Maletto

Il manifesto della Mostra.
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Parrocchia di S. Antonio Abate - MELEZET

MOSTRA “PIER GIORGIO FRASSATI:
UN SANTO SUGLI SCI”
7-26 febbraio - Chiesa di Melezet

«Ai Giochi Olimpici c’è un iscritto in più, nell’albo d’oro dello spirito, il suo nome è Pier Giorgio Frassati», così si leggeva qualche settimana fa tra le pagine de “L’Osservatore Romano”, in occasione della mostra sulla vita del Beato Pier Giorgio Frassati, inaugurata martedì scorso a Melezet presso la chiesa di S. Antonio Abate e contemporaneamente a Torino presso il Convento San Domenico.
Dalle parole inaugurali formulate dall’assessore Roberto Canu sono emersi i tre motivi per cui la mostra è stata inserita nell’evento olimpico: la gioventù, la gioia di vivere e l’amore per la montagna, tre qualità che hanno segnato la brevissima ma intensa vita di Frassati.
Il giovane torinese, stroncato da una poliomielite fulminante all’età di 24 anni, nel luglio del 1925, è stato Beatificato nel 1990 da Giovanni Paolo II. La sua breve esistenza è una testimonianza di amore per la natura, di carità verso il prossimo, specialmente verso i poveri e i sofferenti. L’attività di studente e di militante nel sociale non ha limitato lo spazio destinato alla montagna, da lui vissuta, sia d’estate come scalatore, sia d’inverno come sciatore. E proprio le piste di Melezet furono testimoni delle sue discese e gare disputate con tanto slancio ed entusiasmo.
Parole di ringraziamento sono state rivolte dalla Presidente diocesana di Azione Cattolica, Rosanna Bonaudo, e da Stefano Bompard, in rappresentanza del Toroc, al Parroco don Paolo Di Pascale per la sua disponibilità e per la sua sollecitudine.
Durante l’inaugurazione è stata data lettura della lettera inviata dal Vaticano dal Prefetto della  congregazione per la Cause dei Santi, Card. Josè Saraiva Martins, nella quale si plaude all’iniziativa che reca
un notevole contributo spirituale ai giochi olimpici.
La mostra è stata aperta nei giorni delle Olimpiadi, dal 7 al 26 febbraio, ed è stata visitata da numerose persone che si sono fermate presso i vari tabelloni, nel percorso della vita e della spiritualità
del Beato Pier Giorgio Frassati.
Luisa Maletto
L’inaugurazione della Mostra. (foto L. Maletto)
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Parrocchia di S. Antonio Abate - MELEZET

UNA POESIA
Camposanto a Melezet
La nostra concittadina Graziella Vachet-Falco ci ha inviato delle poesie da lei composte con tanta delicatezza.
Ne pubblichiamo una che ha attinenza con il nostro paese.
Sotto il cielo di cobalto
un anfiteatro di eterni monti,
muti e pietosi testimoni
di intimi segreti.
È l’ultima culla
di ceneri secolari
di fuochi vissuti.
Di persone amate.
Rifiorirà ogni seme
posato sotterra,
librandosi alato
lassù... Più in alto.
Il tempo si ferma
al tramonto di ambra.
Nell’aria lieve
silenzio solenne...
Solo il bisbiglio delle anime
che lasciarono l’abbraccio
della madre terra.
Dal buio allo splendore...
Dal dolore alla gioia.
Con fede e speranza
senza mai rimpianto,
rinuncerò al mio inverno.
Graziella Vachet
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Parrocchia di S. Antonio Abate - MELEZET